Mari e oceani pattumiere nucleari: cosa nascondono i fondali e quali Stati sono colpevoli

I mari del mondo trasformati in pattumiera nucleare. E’ questo quanto emerge consultando il database della AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica.

Il primo sversamento di rifiuti nucleari in mare risale al 1946. La nave in questione batteva bandiera statunitense e si trovava al largo dell’Oceano Pacifico nord-orientale, a circa 80 km dalla costa della California. Nei successivi 40 anni sono state gettati nei fondali di mari e oceani migliaia di fusti contenete materiale radioattivo.

COME VENIVANO GETTATI I RIFIUTI NUCLEARI

Lo smaltimento avveniva attraverso l’utilizzo di contenitori metallici o in acciaio con una capienza di oltre 200 litri e un rivestimento con una matrice di cemento e bitume.

I contenitori ammassati in fondo al mare non erano stati pensati per durare in eterno. Quelli in acciaio al carbonio, secondo potevano resistere tra i 10 e i 40 anni mentre le matrici di cemento oltre 100 anni. L’AIEA sostiene che la progettazione degli imballaggi era stata pensata solo per garantire il trasporto sui fondali.

DOVE SONO STATI SVERSATI

Secondo le stime dell’AIEA, dal 1945 al 1982, il 50% del totale degli sversamenti in mare da imbarcazioni è finito nell’Oceano Atlantico. Di questi circa il 40% sono del Regno Unito. Il restante 45% sono finiti nel mare Artico, soprattutto frutto dell’operato di Unione Sovietica e federazione Russa. Scaricare rifiuti in mare era dunque una prassi molto diffusa, soprattutto dagli Stati “nuclearizzati”.

MA CHE TIPO DI RIFIUTI SONO?

Nella maggior parte dei casi si tratta di materiale radioattivo proveniente dalle attività di ricerca nucleare, di medicina e dall’industria, dunque rifiuti solidi a bassa o media intensità. Un’altra grande quantità deriva dalle operazioni dalla decontaminazione e dallo smantellamento degli impianti nucleari

Per quanto riguarda invece i rifiuti liquidi, questi sarebbe stati smaltiti principalmente nell’Oceano Pacifico e nell’Artico, dove sono stati gettati anche i “vessel” dei reattori nucleari, all’interno dei quali sono depositati i noccioli dei reattore senza combustibile. Nell’Artico si trovano anche reattori nucleari ancora carichi di combustibile.

Secondo l’AIEA nell’Oceano Atlantico settentrionale un terzo degli sversamenti riguardava il trizio che insieme ad altri emettitori beta e beta-gamma (90Sr, 134Cs, l37Cs, 55Fe, 58Co, 60Co, 125I e 14C), costituiva oltre il 98% del totale. Meno del 2% sono radionuclidi emittenti radiazioni alfa, con isotopi di plutonio e americio.

USA IN TESTA TRA GLI STATI

I più grandi scaricatori sono gli USA. Prima del 1970 sono gettato in acqua quasi 90mila contenitori. Numeri molto alti sono stati registrati anche da Belgio, 55 mila fusti, e Francia, 46 mila fusti. Ci sono poi anche i Paesi (7420), Svizzera (7420), Giappone (3000), Svezia (2895 nell’Atlantico e 230 nel Mar Baltico), Germania (480), Corea del Sud (115), Italia (100) e Nuova Zelanda (9).

Per quanto riguarda invece il Regno Unito, non si ha ancora un numero preciso di quanti sversamenti abbia effettuato in mare. La stima è di circa 74 mila tonnellate.

L’Unione Sovietica ha sversato più di 190 metri cubi di liquidi radioattivi nel mare Artico, 6508 container di rifiuti solidi, 6 reattori nucleari. 

 

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