Marsili, i segreti del vulcano sommerso e delle navi dei veleni nel thriller di Di Sarcina

Gli ingredienti per immergersi in un thriller mozzafiato e nello stesso tempo riflettere su quanto ci sia, in fondo in fondo, di reale dietro questa storia, ci sono tutti. C’è l’intreccio criminalità e politica sullo sfondo di un pianeta che stiamo distruggendo e c’è la spinta ideale di chi è disposto a tutto per la verità.

Un filo conduttore unisce un vulcano sottomarino, due ricercatori, un giornalista in cerca di scoop e una vedova che chiede giustizia. E’ il mistero delle navi a perdere, e non solo, il giallo che ruota intorno a “Marsili”, romanzo d’esordio di Francesco Di Sarcina, ex Segretario Generale dell’Autorità Portuale di Messina e da pochi mesi Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale – Augusta e Catania.

L’autore è tonato in riva allo Stretto per presentare Marsili (edizioni “Il Filo di Arianna”) alla Mondadori Bookstore Messina, libro che ha scritto nei due anni della pandemia, durante i voli in aereo che dalla Sicilia lo portavano in Liguria dove ha ricoperto la carica di segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del mar Ligure Orientale.

Nel corso della presentazione del libro, dialogando con la giornalista Rosaria Brancato, l’autore si è anche soffermato a parlare degli aspetti legati al futuro del sistema portuale siciliano, delle sfide del Pnrr e del gap che ancora oggi divida l’isola non solo dal resto del Paese ma dall’Europa stessa. Di Sarcina sta presentando il libro in numerose città della Sicilia e lo ha presentato anche in Liguria.

“Marsili”, dal nome del più grande vulcano sommerso del Mediterraneo (si trova nel mar Tirreno e fa parte dell’arco insulare eoliano), è un thriller che affonda le radici in fatti realmente accaduti. E’ proprio il “gigante” sommerso il baricentro di una storia legata al traffico illegale di rifiuti tossici e che vede protagonisti due ricercatori italiani che incidentalmente si imbattono nelle sagome di quattro relitti semi insabbiati lungo la parete sud del vulcano sottomarino.

Una scoperta che metterà alla luce un complesso intrigo internazionale sul cui sfondo c’è il malaffare legato al traffico illecito di rifiuti ed alle cosiddette “navi dei veleni”. Sono decine le navi “a perdere” che nel corso degli anni tra il 1979 ed il 2000 risultano disperse o “scomparse” nel Mediterraneo in circostanze misteriose.  Periodicamente il nome di alcune di queste navi è finito all’attenzione delle cronache italiane, da Misurina a Rigel, da Jolly Rosso a Marco Polo. Allo stesso modo chi ha provato ad indagare (nel mondo reale) alle navi dei veleni destinate ad essere “affondate” e sparire nei mari calabresi, il capitano di fregata della Marina Militare Natale di Grazia, è morto nel 1995 in circostanze mai chiarite.

Se quindi i nomi, i fatti, l’intrigo internazionale di Marsili sono frutto di fantasia, le radici del romanzo affondano in accadimenti reali. Anche il mondo della politica fa irruzione in questo romanzo che attraverso la fantasia riesce a mandare un netto messaggio di denuncia. In fondo, chi paga sulla propria pelle le conseguenze dei veleni sversati in mare per non essere smaltiti in modo legale, sono proprio i cittadini. Scorrendo le pagine si ha la sensazione che, cambiando nomi, società, imprese, città, le vicende raccontate non sono troppo lontane da quel che può essere la realtà.

I protagonisti della storia proveranno a sventare, mettendo a repentaglio la loro vita, un pericolo mondiale, che si dipana in oltre 400 pagine di thriller che lascia col fiato sospeso fino all’ultimo.

Le tematiche etiche, ambientali, il grido di denuncia, emergono in modo naturale dalla letture delle pagine del thriller, senza appesantire in alcun modo la trama che si arricchisce di continui colpi di scena.

Città e Paesi sono uniti in un racconto mozzafiato che vedrà i protagonisti impegnati in una battaglia che è insieme sociale e per la tutela ambientale pronti a pagare anche un caro prezzo in nome della verità.

Il protagonista silenzioso del romanzo, il Marsili, è entrato nella vita di Di Sarcina, da bambino, quando, figlio di un direttore di macchina, accompagnava spesso il padre nei suoi viaggi a bordo delle piccole navi passeggeri di linea, che collegavano settimanalmente la Sicilia, le Isole Eolie e Napoli.

Fu così che appresi del Marsili, il vulcano gigante sommerso nel mar Tirreno che, ignari, tenevamo alla nostra sinistra con la chiglia della nave tutte le volte che, lasciata la rada di Stromboli, ci dirigevamo alla volta del porto di Napoli impiegando una intera notte di navigazione”.

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