Nuova arma contro il granchio blu: luci led per salvare le vongole
Luci Led per attirare i granchi blu appostati intorno ai recinti degli allevamenti di vongole in cerca di qualche falla nel sistema di protezione realizzati dagli allevatori per entrare e fare razzia.
Succede nel Delta del Po, dove da più di un anno il crostaceo killer ha fatto registrare perdite tra l’80% e il 100% della produzione. Gli operatori cercano di salvare il poco che è rimasto, simulando quello che avviene con le lampare per la pesca delle acciughe, dove la luce attira i pesci e ne facilita la cattura.
Da prima produzione in Europa per vongole veraci, con oltre tremila persone direttamente coinvolte per un valore alla produzione di 200 milioni di euro all’anno, oggi le zona sono diventate ‘piccole riserve indiane’ dove, grazie a recinti e teloni si cerca di tenere il granchio blu lontano possibile. “Abbiamo visto che grazie ai Led riusciamo ad attrarre la metà dei granchi rispetto a quelli che si catturano mettendo, come facciamo ora, nelle nasse i cefali“, dice all’Ansa Vadis Paesanti, produttore e vicepresidente Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna.
Un tentativo, quello di utilizzare i Led, per contenere i costi e risparmiare almeno le esche. Ma la lotta con questa specie aliena resta un duello tra Davide e Golia – ammette – per questo il milione di euro stanziato dalla Regione Emilia Romagna per indennizzare i pescatori che non riescono a trovare mercato per i tanti granchi pescati, è una grande boccata di ossigeno. Intanto in Veneto è arrivato nella Sacca di Scardovari il primo lotto di seme di vongola verace, quattrodici milioni di esemplari; nel complesso si tratta di un aiuto di 180mila euro da parte della Regione ai pescatori destinato anche alle reti di protezione e all’acquisto delle nasse da cattura.
“Dopo mesi di stop stiamo provando a ripartire, ma è dura – sostiene Paolo Mancin presidente Consorzio Cooperative pescatori del Polesine – ma vogliamo seminare per tornare a produrre“. Se non ci sarà un contenimento importante di questa specie, avverte infine, il vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Paolo Tiozzo, “nei prossimi 5 anni i danni diretti ed indiretti potrebbero ammontare a 1 miliardo di euro“.