Ars, opposizione all’attacco dopo il via libera della Regione alla ricapitalizzazione della “Società interporti siciliani”
Il recente via libera della Regione siciliana alla ricapitalizzazione della “Società interporti siciliani” con 2,5 milioni per salvarla dal baratro del fallimento, ha suscitato la reazione dell’opposizione presente all’Assemblea regionale siciliana. Un’inversione a 360 gradi visto che il precedente governo ne aveva decretato la liquidazione. Oltre a razionalizzare le spese, è stato recuperato un finanziamento di 39 milioni di euro, che rischiava di andare perduto, per completare il Polo intermodale a Catania e progettare e realizzare l’interporto di Termini Imerese, di vitale importanza nell’area occidentale dell’Isola.
«L’idea – a detta del presidente Musumeci – è quella di creare un rapporto sinergico tra gli interporti di Palermo e Catania e gli autoporti di Milazzo, Vittoria e Melilli, in un’ottica di trasporto integrato, essendo convinti che la Società interporti siciliani può diventare protagonista in un quadro di sviluppo delle Zone economiche speciali per la retroportualità dei nostri porti».
“Da presidente della Commissione Antimafia all’Ars il deputato Musumeci chiedeva l’istituzione di un tavolo per monitorare se nella Società Siciliana Interporti vi fossero stati tentativi di condizionamento mafioso mentre oggi da presidente della Regione ricapitalizza quella stessa società con un’iniezione di nuova liquidità pari a 2,5 milioni – tuona il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Luigi Sunseri, a margine dell’audizione di commissione Bilancio all’Ars dell’amministratore unico della Società degli Interporti siciliani -. “Il bilancio del 2016 – spiega Sunseri – è l’unico bilancio chiuso con un utile d’esercizio di circa 137 mila euro, un utile ottenuto però dall’inserimento di 2 milioni di euro derivanti da una penale applicata alla società TECNIS SPA per la ritardata ultimazione dei lavori di realizzazione dell’interporto di Catania. Il bilancio è stato approvato in positivo grazie a una penale che di fatto non è stata mai pagata e i soldi non sono mai stati disponibili. Il bilancio della società interporti potrebbe quindi essere falso e avendo registrato perdite negli ultimi 5 esercizi, andrebbe immediatamente liquidata. Ad aggravare i nostri dubbi – spiega ancora Sunseri – c’è il fatto che non si conosce quanti debiti ha la società e se questa sia destinataria di decreti ingiuntivi. Dall’amministratore della società abbiamo ricevuto risposte tutt’altro che soddisfacenti anche sul fronte della gestione interna: vorremmo capire ad esempio, come mai i dipendenti dal 2011 continuano a ricevere superminimi sullo stipendio, per l’espletamento di commesse che nel frattempo però sono state abbondantemente completate. Considerando quindi che tale società che avrebbe dovuto costruire due interporti, uno a Termini Imerese, per il quale in realtà non è stato spostato un solo sasso e uno a Catania che peraltro continua a non funzionare come dovrebbe, vorremmo capire a che titolo la Regione Siciliana sborsa due milioni e mezzo di euro. Le risposte dell’amministratore sono state tutt’altro che esaustive. La vera responsabilità è della politica e per questo – conclude Sunseri – chiederemo conto e ragione al presidente Musumeci”.
In relazione al porto di Gela, si registra l’intervento del parlamentare regionale di Forza Italia Michele Mancuso. “Siamo alla conclusione di un iter – sottolinea Mancuso – che finalmente trova riscontro non solo nella politica ma anche negli operatori sul territorio come appunto la Società Interporti siciliani. Sono riconoscente e prendo atto – conclude – che il progetto di realizzazione del porto di Gela porterà ad affrontare i passaggi successivi, già dai primi mesi dell’anno prossimo, con la consapevolezza di riuscire a concretizzare ciò che prima era solo un’idea”.