Parte il progetto tra Italia e paesi del Mediterraneo per studiare il granchio blu, coinvolta anche l’Università di Palermo
L’Università di Palermo in prima linea contro il granchio blu. Tra i componenti del team scientifico di Trophyc, progetto che coinvolge dodici paesi dell’area del Mediterraneo e partito ufficialmente dalla sede Ecotekne dell’Università del Salento, c’è anche Salvatrice Vizzini, professoressa nel Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare.
Il progetto è finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca per studiare il granchio blu Callinectes sapidus, una delle specie invasive che ha maggiormente colpito l’interesse pubblico negli ultimi mesi.
“Sulla voracità, elevata capacità di dispersione e di riproduzione di questo granchio americano si è molto sentito parlare nel corso dell’estate 2023 – spiegano dal team di ricerca – in realtà queste caratteristiche del granchio blu sono conosciute solo per poche popolazioni Mediterranee, ma a scala di bacino la situazione è molto più complessa e articolata”.
“Il granchio blu si è ormai diffuso in tutto il Mediterraneo e Sud-Europa, ma ancora non sappiamo quali siano i suoi effettivi impatti sulle catene trofiche nei diversi siti che ha saputo colonizzare”, afferma il prof. Giorgio Mancinelli dell’Università del Salento, uno dei maggiori esperti europei di questa specie e coordinatore del progetto Trophyc.
La ricerca coinvolgerà un network esteso di collaborazione tra Università, enti di ricerca e agenzie di monitoraggio ambientale di varie regioni italiane e vari Paesi Mediterranei (Egitto, Turchia, Libano, Grecia, Libia, Tunisia, Marocco, Albania, Croazia, Francia, Spagna) che hanno manifestato interesse al progetto, rendendosi disponibili a collaborare tramite invio di informazioni relative al contesto ecologico locale e di esemplari di Callinectes sapidus raccolti in loco per successive analisi presso i laboratori coinvolti nel progetto.
“In totale, ci aspettiamo di raccogliere informazioni da oltre trenta siti Mediterranei e di dare un significativo contributo alla conoscenza ecologica di questa specie che sta minacciando l’economia del comparto pesca oltre che la biodiversità e quindi la conservazione degli habitat già stressati dall’emergenza climatica” commenta la dott.ssa Lucrezia Cilenti, ricercatrice del CNR-ISPA di Foggia, che studia da anni la popolazione di granchio blu di Lesina (FG), una delle più abbondanti e stabili del Mediterraneo.
La prof.ssa Salvatrice Vizzini, esperta di ecologia trofica che condurrà nel Laboratorio di Ecologia Isotopica dell’Università di Palermo analisi isotopiche sui campioni di Callinectes sapidus provenienti dal network di collaboratori, dichiara: “Le analisi contribuiranno alla comprensione delle strategie alimentari e del ruolo trofico del granchio blu nel bacino Mediterraneo, informazioni indispensabili per la valutazione dell’impatto della specie sugli ecosistemi invasi”.
“Questo dato, combinato alle informazioni sui contesti locali che raccoglieremo tramite questionari, ci consentirà di fare una stima più accurata e realistica del rischio ecologico e socio-economico che il granchio blu esercita in Mediterraneo”, osserva la professoressa Agnese Marchini dell’Università di Pavia, esperta di specie aliene marine, e quarto componente del team.
“Trophyc vuole fornire dati scientifici strutturati al fine di individuare su base conoscitiva le strategie migliori per una gestione sostenibile degli habitat e della risorsa, valutando sia i rischi sia le eventuali opportunità – concludono dal team di ricerca – Dati e risultati del progetto verranno quindi resi disponibili sulla piattaforma online LIFEWATCH, offrendo un supporto decisionale al controllo del granchio blu. Anche la FAO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura ha espresso interesse per i risultati scientifici del progetto”.