Perchè ci piace tanto lo Spotify Wrapped?

Ogni dicembre, lo Spotify Wrapped invade i social: è il bilancio musicale che racconta chi siamo (o chi crediamo di essere).
Un rito digitale collettivo
Non è solo una playlist: lo Spotify Wrapped è diventato, anno dopo anno, un rito condiviso che unisce milioni di utenti in tutto il mondo. A cavallo tra fine novembre e dicembre, i social si riempiono di schermate colorate che mostrano minuti ascoltati, artisti più ascoltati, generi preferiti e la famigerata Top 5.
Un momento che, più che musicale, è profondamente identitario.
Gli algoritmi non sono testimoni: sono complici
Ma quanto c’è di “nostro” nel nostro Wrapped? Meno di quanto pensiamo. Gli algoritmi non sono testimoni imparziali: sono complici. Molte delle canzoni che dominano le classifiche personali derivano da playlist suggerite, autoplay, o semplici casualità digitali. Il risultato? Una sorta di autobiografia algoritmica, scritta a quattro mani: l’utente e la piattaforma.

Spotify Wrapped 2025
Perche lo condividiamo?
Se questi recap sono parziali, distorti, scritti a più mani, perché ci piace così tanto sbatterli sui social?
Condividere il Wrapped non è solo un gesto spontaneo, ma un rito collettivo. Raccontiamo chi siamo stati – o chi vogliamo sembrare – attraverso la nostra colonna sonora. C’è chi si compiace per la propria ecletticità musicale, chi si vanta della coerenza emotiva e chi scherza sul proprio lato trash.
Poi c’è il lato identitario. Ma, sotto ancora, c’è un bisogno umano più profondo: la condivisione per creare connessioni. Speriamo che qualcuno commenti “Ma dai, anche io ho avuto quella canzone in loop per tutta l’estate!”, cercando complicità e convalida. Il Wrapped diventa così uno strumento per sentirsi parte di una comunità.

Fonte: Spotify
Per concludere…
Spotify Wrapped è molto più di un riassunto musicale. È uno specchio, spesso deformante, che riflette gusti, abitudini e desideri. Una fotografia annuale che, anche se manipolata dagli algoritmi, parla comunque di noi. E ogni dicembre, ci ricorda che siamo molto più delle nostre canzoni preferite: siamo il modo in cui scegliamo di raccontarle al mondo.






