Pesca, “Diritti in marineria”. La campagna nazionale della Flai domani a Santa Flavia
Arriva a Palermo la campagna nazionale di sensibilizzazione “Diritti in marineria”. La Flai Cgil domani alle ore 9,30 presso Villa Cefalà, a Porticello/Santa Flavia, incontrerà i lavoratori del settore pesca e spiegherà le proposte del sindacato in tema di #diritti per la tutela individuale, sicurezza e salute. L’incontro è aperto a tutti i lavoratori delle marinerie palermitane, alle cooperative, ai pescatori individuali, agli armatori.
L’iniziativa fa parte del Progetto Pesca 2019, e rientra nel Programma nazionale triennale 2017-2019 della Pesca e dell’Acquacoltura finanziato dal Mipaaft. Un seguito della campagna della Flai “Che pesci prendere?” che ha toccato nel 2017 tutti i porti pescherecci italiani. La campagna “Diritti in marineria” è partita il 20 luglio in contemporanea in dieci marinerie italiane, tra cui Acitrezza in Sicilia.
All’incontro interverranno Valentina Pantanella, responsabile Pesca Flai Cgil Palermo, Antonio Pucillo, responsabile nazionale dipartimento Pesca, Francesco Zizzo, rappresentante pescatori, Filippo Romeo, segretario Flai Cgil Sicilia.
“Incontreremo i lavoratori, ascolteremo i loro problemi e illustreremo le nostre proposte in tema di diritti, tutele, sicurezza. – dichiara Valentina Pantanella – Parleremo con i pescatori del regime previdenziale-pensionistico, per informarli del diritto al pensionamento anche alla luce delle modifiche legislative intervenute. E consegneremo ai pescatori i dispositivi di protezione individuale, i guanti da lavoro, per stimolare la discussione su un argomento importante per il settore come quello della sicurezza in mare”.
Gli altri temi che saranno trattati sono: il lavoro usurante, le malattie professionali, il fermo biologico, l’applicazione del testo unico sulla sicurezza (81/2008), la condizione dei lavoratori stranieri, fondi integrativi sanitari ed Ebi Pesca. “Stiamo coinvolgendo i lavoratori stranieri del settore anche per le pratiche relative ai permessi di soggiorno e di cittadinanza – aggiunge Valentina Pantanella – Il settore è in difficoltà, le leggi nazionali e regionali stanno diminuendo le quote di pescato e ci sono molte restrizioni sull’uso degli strumenti. A questo si aggiungono i bassi salari: un pescatore in media guadagna 600-700 euro al mese, per i nove mesi in cui è imbarcato. Poi va in disoccupazione. Molti pescatori hanno preferito abbandonare il lavoro per il reddito cittadinanza”.