Pesca e sostenibilità: la riforma Ue parte da barche più green e la difesa della biodiversità marina
E’ notizia della scorsa settimana la presentazione da parte della Commissione Europea di un pacchetto di norme “per migliorare la sostenibilità e la resilienza della pesca e dell’acquacoltura”. Un pacchetto abbastanza corposo dal quale emergono la diminuzione delle catture e l’introduzione di imbarcazioni più sostenibili con motori green come misure principali.
Una prima comunicazione è rivolta alla transizione energetica delle imbarcazioni e da un piano d’azione per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini. Un’altra comunicazione si sofferma sui risultati ottenuti dall’attuale politica comune della pesca e delinea i possibili cambiamenti in vista di una nuova riforma dopo quella varata 10 anni fa. Una relazione è infine dedicata al funzionamento dell’organizzazione comune di mercato.
Per la transizione energetica Bruxelles ha proposto di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Tra i punti principali ci sono le fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio. Secondo la Commissione la transizione ecologica, oltre a proteggere le risorse naturali, sarà economicamente vantaggiosa anche per i pescatori. I prezzi del gasolio marino, infatti, sono più che raddoppiati nel 2022 e le bollette energetiche incidono per il 35% sui ricavi del settore, 20 punti percentuali in più sul 2021.
Altro punto centrale è la tutela della biodiversità marina, a partire dalla riduzione dell’impatto della pesca sui fondali eliminando gradualmente l’attività di cattura con attrezzi da traino in tutte le aree marine protette entro il 2030. Interventi dunque necessari visti i dati resi noti dall’esecutivo Ue sugli stock sottoposti a una pesca eccessiva nel Mar Mediterraneo: sono ancora l’85%.