Pesca in crisi nel Mediterraneo: “l’Ue deve intervenire, ma l’Italia non stia a guardare”
Si è tenuta, venerdì 6 novembre, una videoconferenza organizzata da Federpesca, per parlare di Pesca nel Mediterraneo e identificare i punti nevralgici di una strategia onnicomprensiva del settore ittico italiano e siciliano. Presente all’incontro l’eurodeputato Giuseppe Milazzo, gli altri europarlamentari siciliani, l’Assessore regionale dell’Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca nel mediterraneo, Edy Bandiera, il presidente di Federpesca, Luigi Giannino oltre a esponenti di associazioni di categoria e sigle sindacali.
“Abbiamo ben chiara la situazione che stiamo attraversando – ha dichiarato l’Europarlamentare Giuseppe Milazzo –. Vorrei evitare di parlare dei pescatori siciliani sequestrati dalle autorità libiche, non perché non mi stanno a cuore, ma perché do per scontato l’impegno che ognuno di noi, soprattutto il Governo, deve garantire per la loro liberazione. Vorrei parlare piuttosto della situazione che ha portato questi nostri concittadini ad una lotta per sopravvivere. Chiedere la loro liberazione è troppo facile. Dobbiamo fare di più: chiedere all’Europa di occuparsi finalmente della pesca nel mediterraneo. Già noi abbiamo una forte concorrenza con gli Stati limitrofi per ciò che riguarda tale comparto. Se a questo aggiungiamo che dobbiamo avere paura di essere sequestrati nel Mediterraneo, perché altri hanno regole ben diverse da quelle seguono i nostri pescatori, che quindi sono indotti a spingersi fuori le acque territoriali per sopravvivere, questa è una vergogna”.
“Per evitare ciò – continua il Parlamentare europeo – serve una forte leadership nazionale. Perché nell’agenda del Governo italiano non c’è un riferimento alla pesca del Mediterraneo? Manca una strategia commerciale univoca e l’Europa non dice una sola parola in merito. Siamo abbandonati a noi stessi. Quando si parla di Mediterraneo si fa riferimento solo ai barconi. Eppure è un mare che potrebbe tornare grande sotto il profilo del commercio, culturale e turistico. Uno straordinario potenziale metaforicamente gettato a mare”.
“Siamo all’anno zero per spiegare che il Mediterraneo esiste e l’Europa deve occuparsene – conclude Milazzo -. Noi eurodeputati facciamo sistema sull’argomento, ma ci vuole un Governo nazionale che parli all’UE di Mediterraneo, di Sicilia. Ci vogliono uscite forti per sensibilizzare, pena la morte economica della Sicilia. Non c’è partita tra noi e i nostri dirimpettai. Se Conte non si abitua a parlare di Mediterraneo in senso costruttivo e non promuove un accordo all’Europa, per farlo sottoscrivere a tutti i Paesi che si affacciano nel Mediterraneo, restiamo nel far west più selvaggio, ritrovandoci nuovamente a dover chiedere la liberazione di altri nostri concittadini, spinti a largo delle acque territoriali per la sopravvivenza”.