Pesca, la Camera all’unanimità pone fine alle sanzioni vessatorie per il comparto ittico

Via libera della Commissione Agricoltura della Camera (che ha votato unanimemente) alla riforma del sistema sanzionatorio della pesca. È stato riequilibrato finalmente il rapporto fra precetto e sanzione, garantendo l’impegno contro la pesca illegale senza però criminalizzare i pescatori. La depenalizzazione di una serie di illeciti, operata a suo tempo dalla Legge 28 luglio 2016 n. 154, in fase applicativa ha infatti evidenziato un’insostenibile sproporzione tra la sanzione e l’illecito commesso.

Ad esempio, in caso di detenzione, sbarco e trasbordo di esemplari di specie ittiche di taglia inferiore alla taglia minima di riferimento per la conservazione, la sanzione è stata riarticolata in cinque (al posto delle attuali quattro) fasce variabili proporzionalmente alla quantità di pescato in violazione della norma. Con questo intervento si centra quindi l’obiettivo di costruire un regime giuridico che risulti finalmente sostenibile per la flotta italiana, senza cedere nulla sul terreno della lotta alla pesca illegale, vero nemico da combattere anche e soprattutto per le migliaia di imprese di pesca italiane.

Nel caso le violazioni abbiano ad oggetto il tonno rosso e il pesce spada, è previsto l’aumento di un terzo della sanzione amministrativa, anziché l’attuale raddoppio. Viene ridotta la sanzione pecuniaria per i casi di cui all’art. 10, comma 1, lettera f) cioè quando si peschino accidentalmente o accessoriamente esemplari sotto la taglia minima di riferimento per la conservazione, in virtù della non volontarietà del fatto.

In sintesi, l’intervento va ad incidere sull’entità delle sanzioni amministrative al fine di renderle, maggiormente “proporzionate”, come chiede l’Unione europea, senza rinunciare al loro fine dissuasivo.

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