Pesca, Lupo: “Rivedere le quote tonno nel 2026. Stop gambero rosso? Garantire parità di regole con i Paesi del Maghreb”

Dal tonno al gambero rosso, fino al pesce azzurro. Le specie autoctone del Mediterraneo, simboli storici delle acque e delle attività di pesca siciliane sono diventati ormai da anni oggetto di dibattiti accesi, non solo circoscritti all’interno delle marinerie isolane, ma anche a Bruxelles. Negli ultimi mesi non sono certamente mancate le occasioni per ritornare a ribadire le difficoltà del settore ittico che da un lato soffre i repentini cambiamenti climatici e dall’altro la concorrenza dei paesi del Maghreb. A questi elementi si aggiungono le misure e le regole dettate dell’Unione europea, a più riprese additata dagli operatori del comparto di non riuscire a distinguere le diverse e varie peculiarità che da nord a sud contraddistinguono i mari che bagnano il Vecchio Continente.

Tonno rosso
A sollevare l’ultima riflessione è stata Greenpeace nel suo report “Corsa all’oro rosso”, focalizzato sul tonno rosso, che parla anche di “mancanza di meccanismi di trasparenza e controllo nell’assegnazione dei finanziamenti europei per gli allevamenti ittici, esposti al rischio di truffe e irregolarità” (CLICCA QUI). Considerata negli anni passati specie ad alto rischio di estinzione, oggi il tonno rosso è tornato a popolare il Mediterraneo. In tal senso, una grande mano d’aiuto deriva dalle quote tonno stabilite dall’Ue. Oggi, però, come raccontano i pescatori, la storia è cambiata. Le polemiche sono fioccate anche nell’ultima campagna di cattura, durante la quale le quote assegnate si sono esaurite molto velocemente, registrando notevoli disagi anche in alcune marinerie, come per esempio lungo le coste Siracusane.
L’estate 2025 può considerarsi ormai archiviata, ma questi ultimi mesi saranno essenziali in termine di programmazione. Già, perché il 2026 sarà un anno cruciale per la pesca del tonno rosso. Raggiunto da ilSicilia.it l’eurodeputato siciliano e componente della Commissione Pesca (Pech) Giuseppe Lupo ha spiegato cosa accadrà già dalle prossime settimane. “La quantità di tonno rosso è aumentato soprattutto nel Tirreno, ma anche nel Canale di Sicilia. L’anno prossimo dovremmo rivedere le quote. La rivisitazione avviene ogni due anni e adesso si farà nel 2026. A decidere non è il Parlamento europeo, ma la Commissione d’intesa col Consiglio, rappresentato da tutti i ministri della Pesca dei Paesi membri. Io ho già chiesto in Commissione Pesca di organizzare un incontro su questo tema e dovremmo farlo alla ripresa. La Commissione tornerà a riunirsi il 4 settembre. Il Parlamento europeo deve contribuire a fare chiarezza anche sui criteri di assegnazione delle quote tonno“.

Giuseppe Lupo
L’esponente del Partito Democratico e del gruppo Socialisti e Democratici ha evidenziato il fatto che bisognerebbe “prendere atto che c’è un aumento del tonno rosso nel Mediterraneo. A mio avviso le quote vanno riviste in aumento. Vogliamo che a seguire i criteri per l’assegnazione siano fondamentalmente criteri scientifici che tengano conto della sostenibilità ambientale, ma anche della sostenibilità economica e sociale del settore. E’ un comparto che va tutelato. Una tutela che, ovviamente, riguarda anche i pescatori“. Una proliferazione o una quantità eccessiva del tonno rosso, inoltre, rischia di condizionare negativamente anche la pesca del pesce azzurro, come accaduto nella zona del Cesenatico. Una catena ed un equilibrio biologico che rischia inevitabilmente di essere spezzato.
Da un’emergenza all’altra. Questa settimana sarà l’ultima in cui vigerà il mese di stop alla pesca del gambero rosso. Il fermo biologico resterà in vigore fino a venerdì 5 settembre. A stabilire le date è stato mesi or sono il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, in linea con l’Unione europea, che vieta per trenta giorni la pesca negli areali GSA 12-16 del Mediterraneo (CLICCA QUI). Le marinerie di Sciacca, Mazara del Vallo, Lampedusa in questi giorni hanno chiesto sostegno per poter andare avanti, considerando un fattore fondamentale: la concorrenza dei Paesi del Maghreb che, al contrario, proseguono le attività di pesca, sfruttando anche l’evoluzione e la crescita degli ultimi anni.

Gambero rosso
Uno “scontro” che si riflette inevitabilmente sul fronte economico. Un esempio? Solo il comparto del gambero rosso a Mazara del Vallo fa più della metà del fatturato dell’intera flotta: 239 motopesca iscritti al registro della Capitaneria di porto della città, 82 praticano solo la pesca del gambero rosso di profondità, 60, invece, sono quelli che dichiarano pesca per il gambero viola.
“Sulla concorrenza dei paesi nordafricani i nostri pescatori hanno ragione. Il Parlamento europeo – ha spiegato Lupo – ha anche approvato una risoluzione sul tema, proposta da un collega maltese del mio gruppo parlamentare e che ho votato. Bisogna garantire la parità delle regole, ma questo si può fare solo se anche a livello diplomatico si mettono in campo iniziative governative adeguate. E’ necessario che l’Europa e gli Stati membri attivino i loro canali diplomatici e di politica estera, che riguardano anche il commercio estero e la sicurezza alimentare. Sicuramente dobbiamo fare di più. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Responsabilità che devono assumere anche il governo italiano e regionale. Serve un confronto Europa-Stato-Regione per remare tutti dalla stessa parte, nell’interesse dei pescatori e della sostenibilità. Dobbiamo far sì – ha concluso l’eurodeputato siciliano – che il pesce non diventi un cibo per ricchi, ma possa essere un alimento per tutte le tavole e magari anche per le mense scolastiche dei nostri ragazzi, quindi garantire un adeguato approvvigionamento e un apprezzo accessibile. È una risorsa di proteine di cui non possiamo fare a meno“.