Piano d’Azione Ue, Lollobrigida: “Evitare danneggiamento flotte pescherecce italiane”

Le polemiche sul Piano d’Azione stilato dall’Ue approdano a Roma. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida durante il Question Time alla Camera dei Deputati ha risposto sulle misure a sostegno del comparto della pesca a strascico, alla luce degli impatti derivanti dal relativo piano di azione dell’Unione europea.

“Condividiamo – ha dichiarato Lollobrigida – le finalità di mantenere gli stock ittici a livelli sostenibili e di ridurre l’impatto della pesca sui fondali marini e sulle specie sensibili attraverso il sostegno al settore della pesca nella fase di transizione e mediante il coinvolgimento di tutte le parti interessate. Relativamente al pacchetto di misure della Commissione europea sulla sostenibilità del settore pesca, presentato dalla stessa il 21 febbraio scorso, ed al Piano d’Azione citato, mi preme ricordare che già a ridosso della sua presentazione nel corso del Consiglio Agrifish del 20 marzo scorso, l’Italia per prima, assieme ad altre Nazioni, ha espresso forti perplessità circa il documento presentato dalla Commissione europea. In tale contesto – aggiunge – abbiamo richiesto ulteriori studi e approfondimenti sulla misura, per valutare in modo oggettivo i suoi costi e benefici, il suo impatto sulle singole nazioni, nonché una revisione dei contenuti del Piano d’Azione, da realizzare di concerto con gli Stati membri e con il settore della pesca, evitando e scongiurando inutili penalizzazioni verso i nostri pescherecci con regole rigide che sono inapplicabili verso i Paesi terzi, con i quali invece occorre trovare misure condivise che non penalizzino nessun operatore rispetto ad un altro“.

Peraltro, a seguito della posizione portata avanti dall’Italia, durante la plenaria del Parlamento europeo dello scorso 11 maggio sulle politiche della pesca il Commissario europeo per l’ambiente e gli oceani, Virginijus Sinkevicius, intervenendo in plenaria, ha chiarito come il provvedimento non costituisce un divieto della pratica di pesca a strascico. Richiesta una revisione del Piano d’Azione, è intenzione del Ministero proseguire nella sua opera di vigilanza per assicurare che la revisione del Piano sia pienamente condivisa con le nazioni dell’Unione e con gli attori coinvolti, garantendo la piena sostenibilità economica e una tenuta delle flotte pescherecce. E’ prevista per il prossimo autunno la prima riunione di un nuovo gruppo speciale congiunto che riunisce le autorità per la pesca e l’ambiente degli Stati membri, per sostenerle nella preparazione delle loro “tabelle di marcia nazionali” e per seguirne l’attuazione. Alla fine di marzo 2024 gli Stati membri dovranno presentare le loro “tabelle di marcia” alla Commissione e le renderanno pubbliche. La Commissione europea adotterà la seconda relazione sul regolamento in merito alle misure tecniche e il 2024 sarà una data importante anche perché si troverà in relazione a questo anche il nuovo Parlamento europeo“.

Le misure – conclude – non possono essere mere raccomandazioni per i paesi terzi devono essere messi in condizione, i nostri pescatori, di avere gli stessi controlli che sono imposti, potenzialmente, ma non nei fatti, alle flotte dei paesi dall’altra parte del mare. L’Italia, comunque, chiederà e sosterrà tutte le azioni utili ad evitare che le pianificazioni di carattere europeo danneggino poi in termini reali solamente le flotte pescherecce di alcuni, tra i quali l’Italia“.

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