Piatti idroponici: la nuova frontiera in cucina

Per i cultori del mangiare sostenibile ormai è un must, scegliere piatti cucinati con verdure ed erbe aromatiche acquaponiche, ossia coltivate con una pratica agricola che, combinando coltivazione fuori suolo e allevamento dei pesci, riduce o elimina il consumo di acqua e di suolo, le emissioni di CO2 e l’uso di concimi chimici.

Una domanda che porta a consolidare un genere di cucina zero sprechi e a basso impatto ambientale, al punto che a Roma sono otto i ristoranti, dal bistellato Il Pagliaccio alla pizza d’autore di Seu, che propongono nel menu tartare di carne, involtini, pasta, ravioli, pizze, pesce, dolci a base o accopagnati da vegetali da coltura acquaponica.

Una soluzione agricola innovativa che, nella produzione di insalata, verdure e foglie fresche di IV gamma come rucola, senape, mizuna, spinacio, pak choi, acetosella ed erbe aromatiche – utilizzabili anche per trasformati, oli e sali aromatizzati – consente il risparmio di 135 litri di acqua per kg di prodotto, di 33.000 kg/anno di CO2 non immessa in atmosfera e la riduzione di oltre il 90% di immissioni inquinanti, oltre all’eliminazione dell’uso di fertilizzanti e diserbanti e pesticidi.

La Capitale traina questa tendenza gastronomica ma sono oltre 150 i ristoranti che The Circle, la più estesa azienda agricola acquaponica d’Italia, rifornisce su tutto il territorio nazionale. The Circle nasce a Roma nel 2017 da un’intuizione di Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e Thomas Marino, quattro giovani imprenditori classe 1992. Ad oggi The Circle possiede il più grande impianto acquaponico del continente europeo, esteso su 5000mq. The Circle è tra le 10 startup selezionate per rappresentare le innovazioni italiane nell’ambito della filiera agroalimentare all’Italian Agri-Innovation for Sustainability.

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