Porti, canoni concessori +35% in due anni. Assiterminal: “Serve governance che uniformi la regolamentazione”
“Nel 2022 i canoni concessori sono aumentati del 7,95%, il 2023 ha visto un aumento del 25,15%. Questo vuol dire un aumento medio dei costi fissi del 35% e qualunque impresa che opera nel mercato oggi si trova in crisi. Inoltre l’aumento dei costi energetici ha pesantemente influito sulle attività dei terminalisti italiani“. Così i rappresentanti di Assiterminal, l’Associazione italiana terminalisti portuali, in audizione presso la commissione Attività produttive della Camera.
“Viviamo un momento complicato dal punto di vista normativo. Per agevolare l’attività dei terminalisti e della portualità italiana servirebbe che i controlli siano fatti da un ente preposto e sia uno l’interlocutore“, spiega l’associazione. “Operiamo con norme e regolamenti diversi a seconda del porto e della Regione in cui si opera. Questo crea problemi a livello nazionale e ci rende complicato competere nel mondo. Serve avere una struttura di governance centrale, che unifichi e uniformi la regolamentazione dei porti garantendoci maggiore solidità“, sottolinea Assiterminal.