Porti, Rixi: “Nel 2023 arriva la riforma”
“In materia di porti il governo è disposto a intraprendere un’azione riformatrice, senza barriere ideologiche. Vogliamo confrontarci con il sistema portuale per individuare forme e modalità degli interventi. Il 21 dicembre avremo il primo tavolo con i presidenti delle Autorità di sistema portuale, poi nel 2023 andremo a individuare la migliore soluzione in grado sia di fare crescere i traffici sia si dare alle Authority la governance migliore“. Lo ha detto il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, intervenendo alla nona edizione del Forum dello Shipping organizzato dal Secolo XIX a Genova.
Sempre a proposito del sistema portuale, “ci sono problemi di carattere strutturale e logistico che affrontiamo con gli investimenti straordinari, è il caso del Pnrr. Ma c’è anche il tema dell’assetto istituzionale delle Autorità sollevato dall’Europa, che ci chiede di separare le attività economiche da quelle non economiche. Dobbiamo intervenire prima che arrivi la mazzata europea, adeguandoci a quello che ci viene chiesto: non dimentichiamo che l’Italia è il secondo pilastro logistico del continente“.
La nuova riforma dei porti, ha aggiunto Rixi, non riguarderà solo l’autonomia delle Autorità “ma anche le sue competenze. Siamo vicini al terzo rinnovo dei presidenti dopo l’entrata in vigore della riforma Delrio. Ma in questi anni il mondo è cambiato profondamente: perderemo competenze, perché molti presidenti aspirano a entrare nel settore privato proprio a causa delle regole nelle quali sono stati ‘imprigionati’, o magari per guadagnare di più. Il rischio è che il settore privato si arricchisca delle competenze migliori e a quello pubblico restino quelle residuali. E’ quello che è successo nel mio ministero, che negli ultimi 20 anni ha subìto un depauperamento di competenze, al punto che moltissime cose non siamo più in grado di farle“.
L’obiettivo, ha concluso Rixi, è mettere in condizione la pubblica amministrazione di preservare i propri talenti: “Il sistema pubblico deve essere più forte se vuole confrontarsi alla pari con quello privato“.