Porto hub di Palermo, Romano: “Sarebbe il più importante del Sud Europa”

“Sono anni che studio i porti e il sistema della portualità. L’ho fatto nei miei viaggi, da profano, ma con grande curiosità. Ho subito notato che quella che è una precisa vocazione di Panormus, tutto porto, oggi è svilita e mortificata. Non può esservi alcuna ipotesi di sviluppo reale e di crescita del territorio senza un porto merci degno di questo nome”. Lo afferma Saverio Romano responsabile del dipartimento Mezzogiorno dell’Eurispes che vuole cambiare rotta e imprimere una svolta al ritardo atavico della Sicilia sul fronte delle infrastrutture, della disoccupazione e della progressiva emigrazione intellettuale giovanile.

“La realizzazione del porto Hub per le sue caratteristiche tecniche  – aggiunge Romano –  farebbe di Palermo il porto più importante del sud Europa, in grado di movimentare 16 milioni di container all’anno, contro i 5 del porto di Valencia, i 3 milioni di quello di Gioia Tauro e i 2 milioni circa dei porti di Barcellona e Genova. L’opera, che ha un costo di circa 5 miliardi di euro, a regime, darebbe lavoro a 450 mila persone, e potrebbe essere finanziata prevalentemente con capitali privati. I tempi di realizzazione sono di tre anni, dal rilascio delle autorizzazioni, legate all’inserimento dell’opera nel piano di quelle nazionali e di carattere strategico”.

Ovviamente sarà necessaria una forte collaborazione tra le istituzioni ma il ritorno economico che se ne avrebbe inciderebbe positivamente non solo su Palermo e sulla Sicilia ma su tutto il Mezzogiorno, perché senza investimenti e infrastrutture non esiste alcuna ipotesi di vero sviluppo. Un tema connesso con quello della realizzazione del porto commerciale, è quello ambientale: “la realizzazione di questa infrastruttura – evidenzia Romano – è legata a filo doppio alla riqualificazione della costa sud-orientale di Palermo, da anni in stato di abbandono. Il progetto, che consentirebbe la fruizione e la balneazione di ampi tratti di costa, restituirebbe inoltre a quella parte di città la vista del mare”.

L’area portuale è rappresentata da una piattaforma collegata con la costa all’altezza della Bandita e che forma con essa una baia larga circa 300 metri e lunga tre chilometri, destinata agli sport acquatici e con 200 posti per le imbarcazioni da diporto in transito. Lungo la baia si prevede di realizzare una grande spiaggia, in parte libera e in parte attrezzata e, a monte di essa, impianti sportivi all’aperto per 10 ettari, un parco urbano sul mare ed ampi spazi per il tempo libero con punti ristoro e negozi. Nello spazio compreso tra quest’area e la statale 113 il progetto prevede una strada panoramica che parte con un nuovo ponte sull’Oreto per giungere sino alla Bandita. A valle della strada una pista ciclabile ed una per il running lunghe tre chilometri che, attraverso un ponte ciclopedonale, arrivano al porto turistico. Il porto, che ha 9 km di banchine e un piazzale di circa 200 ettari, è un porto-canale con ingresso a nord-ovest e uscita a sud-est ed è direttamente collegato ad un retroporto di 100 ettari. Ha una profondità che va da 18,5 a 27 metri ed è dotato di tutti i servizi. Nell’area del retroporto sono stati previsti un hotel, un residence, un parcheggio multipiano e 8mila metri quadrati destinati ad uffici.

“Devo dare atto della grande sensibilità che Eurispes da una parte e l’amico ing. Giovanbattista Rubino hanno dimostrato. Il progetto del porto hub di Palermo nasce da questa comune visione. E’ per questo che non può che riempirci di orgoglio – conclude Romano – l’interesse crescente che la Sicilia e la sua portualità da potenziare riscuotono in queste settimane. E la visita del presidente cinese Xi a Palermo ne è una conferma”.

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