Portopalo di Capo Passero, isolotto e tonnara in vendita? Saranno un resort di lusso
Amata e odiata è la Sicilia. La si ama ancora di più quando, quasi mossi da un sentimento di dispiacere, alle nostre orecchie giungono notizie degli annunci di vendita.
Si pensi ad esempio, a quello recente, nel Palermitano, di Isola delle Femmine, apparso sul sito di un’agenzia di Arezzo.
Intanto, se non mancano le “messa in vendita” di luoghi ed edifici storici, – per citarne alcuni: Palazzo Rudinì a Palermo, la tonnara di Marzameni a Pachino, Villa Rammacca a Bagheria –
arriva la conferma, così sembra, di un acquisto nel Siracusano.
Si tratta della tonnara e dell’isolotto di Portopalo di Capo Passero, che a breve, a seguito di una trattativa avanzata da alcuni architetti ed ingegneri mantovani, potrebbe diventare un resort di lusso con ben 128 camere.
“Un’occasione di sviluppo del territorio, un’opportunità”, afferma a tal riguardo il sindaco Giuseppe Ferdinando Mirarchi.
Già è arrivato l’ok della Soprintendenza, mentre il proprietario Francesco Bruno di Belmonte è pronto a completare le operazioni, in attesa delle ultime autorizzazioni, nonostante squillino le trombe di guerra degli ambientalisti.
Quest’ultimi, infatti, si chiedono in particolare come sia possibile un intervento di costruzione sull’isolotto e una modifica della destinazione degli immobili, preservandone la memoria storica e tenendo conto dei vincoli paesaggistici.
La Soprintendenza di Siracusa ha dato il via libera, spiegando su questo versante che non si tratta di un’operazione di costruzione, bensì di riqualificazione.
Nel dettaglio, infatti, il progetto, da dieci milioni di euro, comporterà la costruzione di 18 suite nei magazzini, più un ristorante. Mentre, nella tonnara sono previste 110 stanze, con ambienti di intrattenimento quali piscina solarium, bar e un centro benessere.
“Questo progetto – ribadisce il sindaco di Portopalo – risulta avere grande valenza su tutto il territorio, sia per l’indotto turistico che ne viene coniato, sia per quanto riguarda il problema dell’occupazione lavorativa.”