Presentato dalle “Donne di Mare” il progetto pilota per un fish food di strada

Il piccolo pesce sotto taglia destinato allo sbarco che resta troppo spesso nelle reti dei pescatori non sarà più necessariamente gettato via, alimentando il fenomeno dello spreco alimentare e dei così detti rigetti in mare. Una nuova norma in vigore da gennaio consente infatti di riutilizzarlo a beneficio delle famiglie degli armatori nella misura del 5%, aggiungendolo ad altre specie sufficienti ad avviare un’attività imprenditoriale a livello familiare. Un’idea intelligente che coinvolge anche le donne e le famiglie attorno al mestiere tradizionale della pesca, verso una nuova sostenibilità dei processi.

Un foof track mobile dedicato al pesce sul modello di quelli già visti in Expo a Milano, è stato inserito nella graduatoria definitiva della misura 1.42 del Feamp, Fondo Europeo della Pesca, a beneficio  dell’armatore di Palermo Francesco Paolo Caruso, proprietario del peschereccio Magellano II che avvierà, entro sei mesi,  la vendita e degustazione di pesce di giornata cucinato secondo antiche ricette marinare nella borgata marinara di Mondello. La regia è della compagna Claudia Lo Martire, assistita nella fase del progetto dalle progettiste dell’associazione  Donne di Mare, che si occuperanno della divulgazione dell’iniziativa, affinché possa diventare una prassi consolidata contro lo spreco ed il rigetto del pesce in mare.

Il progetto di un auto-camion mobile adibito a punto di ristorazione di pesce locale, è stato presentato nei dettagli nella mattina di domenica all’appuntamento di Travelexpo dalle Donne di Mare nell’ambito del workshop dal titolo Turismo Azzurro. Il progetto infatti potrebbe essere replicato in altre marinerie dell’isola, a beneficio sia dei turisti ma anche del coinvolgimento attivo delle donne siciliane e delle famiglie intere, depositarie di una tradizione culinaria marinara antica di secoli.

Come spiega Claudia Lo Martire – segretaria dell’associazione –  si vuole dare   un valore aggiunto di tipo economico al prodotto ittico, derivante dalla trasformazione di specie catturate  con tecniche di pesca considerate sostenibili come il Palangaro, Circuizione, Reti da posta. Specie di scarso valore commerciale, cioè  gronco, murene,  alletterato, biso, minole, vope, pesce azzurro di alto valore nutritivo, comunque specie soggette ad obbligo di sbarco ai sensi del regolamento della UE  del 2013. Adesso finalmente sarà trasformato  con  preparazioni gastronomiche legate allo street food e venduto  direttamente fritto, arrostito, o trasformato in sughi per la pasta, come si usava una volta a bordo o nelle case delle marinerie siciliane. Sarà possibile utilizzare  rigetti di pesca  provenienti anche  da altre imbarcazioni delle marineria di Palermo-Mondello, Terrasini, Sciacca.

Nel progetto è anche prevista la nascita di un marchio di sostenibilità, che sarà realizzato dal Consorzio di Pesca “Op Pesca Sicilia Occidentale”, che  si occuperà della gestione  e controllo  di filiera per la pesca, la trasformazione, la ristorazione ed il consumo responsabile.  Il marchio è  volontario, ed  identificherà un disciplinare   di comportamenti responsabili che si basano su un codice etico per  la filiera del settore ittico a salvaguardia della pesca artigianale che guarda verso il futuro dell’economia circolare.

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