Quote basse, a due settimane dalla riapertura, chiude la tonnara di Favignana
Ad appena due settimane dalla riapertura, con una decina di tonni (dai 70 ai 200 kg) catturati, la tonnara di Favignana chiude i battenti per la suddivisione inadeguata delle quote indivise di tonno. Lo comunica ufficialmente l’azienda titolare della tonnara fissa di Favignana che oggi 31 maggio ha interrotto subito le attività di pesca senza aspettare le 24 ore preannunciate in un primo momento.
“La Nino Castiglione S.r.l. – si legge in un comunicato stampa – preso atto del D.M. n. 235 del 30.05.2019 con cui il competente Ministero ha di fatto inteso azzerare la quota tonno rosso già assegnata in maniera indivisa con D.M. prot. n. 6750 del 17.04.2019, comunica di aver interrotto immediatamente le attività di pesca con la Tonnara di Favignana”.
“La sofferta decisione – prosegue la nota – scaturisce dal senso di responsabilità dell’azienda verso se stessa e le sue maestranze tutte, stante l’insostenibilità dell’impresa. Del resto, nessuna azienda sana si può permettere il cambio ‘in corsa’ delle regole del gioco”.
“Pertanto, con rammarico, la stessa si scusa con il territorio egadino, che l’ha sin qui calorosamente supportata. Esprime infine il sincero augurio che in un prossimo futuro il Ministero abbia maggior rispetto per chi investe, non solo per profitto, ma per cultura, tradizione, occupazione”.
Una notizia sconfortante per la Sicilia che, allo stato attuale, perde posti di lavoro e un settore economico molto redditizio. La tonnara aveva riaperto i battenti il 7 maggio dopo l’ultima chiusura avvenuta nel 2007.
Il Mipaaft ha assegnato alle tonnare fisse della Sicilia e Sardegna le quote indivise di tonno, con la drammatica conseguenza che già domani l’azienda di Favignana, titolare della tonnara fissa, farà comunicazione alla Capitaneria di Porto di ritiro delle reti dal mare. Lo dichiara a gran voce, in una nota, l’Assessore regionale per la Pesca Mediterranea, Edy Bandiera: “A fronte delle 80
tonnellate minime richieste, necessarie per la sostenibilità economico finanziaria delle attività di pesca, in violazione del regolamento comunitario che, a chiare lettere, parla di un’assegnazione di quote tale da rendere sostenibile, dal punto di vista economico finanziario, l’attività di pesca
della tonnara, ne sono state assegnate alla Sicilia appena 14 tonnellate. Altro che stimolo alla crescita e sostegno della filiera del tonno rosso, così come dichiarato dal Sottosegretario Manzato che, addirittura, probabilmente ignaro delle reali esigenze, dice che con questo decreto “ha voluto dare una risposta reale alle richieste delle tonnare stesse”. Con questa iniqua ripartizione, di fatto, a fronte di annunci e proclami, più volte ribaditi da esponenti del Governo nazionale in terra di Sicilia, il Ministero sta condannando la Tonnara di Favignana a chiudere immediatamente i battenti. Chiediamo il ritiro immediato e la modifica di questo decreto e una ripartizione in armonia con il regolamento comunitario, diversamente, non escludiamo ogni iniziativa utile a tutela del settore della pesca siciliana”.
“Chiederemo al ministro – dichiara Gregory Bongiorno, vicepresidente di Sicindustria – un provvedimento urgente per scongiurare gli effetti catastrofici del decreto emanato ieri. Curioso che il principio di equità, sottolineato più volte nelle premesse del decreto, venga poi usato per giustificare un’assegnazione tardiva e che penalizza soltanto la Sicilia. Infatti, alle aziende sarde sarà assegnata una quota per circa 340 tonnellate a fronte delle 14 tonnellate assegnate alla Sicilia”.
Il giorno della riapertura della Tonnara di Favignana – Filippo Amodeo, amministratore dell’azienda Castiglione – aveva già evidenziato il problema delle quote. “L’attuale distribuzione delle quote – secondo Amodeo – non garantisce la sostenibilità economica della tonnara. Il rischio imprenditoriale è molto alto ma la nostra ambizione è essere partner tecnico di amministrazioni locali e nazionali e assieme a loro dare dignità al nostro territorio attraverso la pesca sostenibile, l’indotto e il turismo, la ripresa degli antichi mestieri, le produzioni di eccellenza”.
Da anni l’azienda Castiglione è il primo produttore di tonno in scatola a marchio delle principali insegne della grande distribuzione italiana e – realtà industriale con già 230 dipendenti – ha a cuore l’occupazione locale. Calare la tonnara equivale a occupare circa 50 addetti e coinvolgere un indotto significativo. Inoltre, la ripresa della pesca, significa recuperare la lavorazione e l’inscatolamento del tonno rosso del Mediterraneo.