Rifiuti: al via il piano per mettere al bando la plastica nei lidi di Palermo
Un piano articolato per mettere al bando progressivamente la plastica nei lidi balneari cittadini e rendere queste aree, con la collaborazione dei gestori, luoghi attivi per la raccolta differenziata. E’ stato programmato in una riunione operativa che l’assessore comunale Giusto Catania ha organizzato con l’amministratore della Rap presso i locali dell’azienda e coinvolgendo l’Ssr dell’Area Metropolitana di Palermo e i gestori dei principali lidi. Il piano che sarà realizzato con la sinergia operativa delle due aziende partecipate, prevede entro pochi giorni l’emissione di una ordinanza sindacale che vieterà la vendita, da parte di gestori e locali ubicati all’interno della aree in concessione, di stoviglie (piatti, bicchieri e posate) e cannucce per le bevande in plastica monouso. Nelle stesse aree, Rap installerà contenitori e carrellati per la raccolta differenziata. La raccolta differenziata per i lidi balneari sarà quindi estesa anche all’Addaura, oltre che a Mondello e Sferracavallo dove era già stata attivata lo scorso anno.
“Da tempo Italia dei Valori si batte per la messa al bando della plastica, specie di bottigliette, stoviglie e cannucce che inquinano i mari e uccidono i pesci” – dichiara il consigliere comunale Idv di Palermo Paolo Caracausi-. “La collaborazione tra il comune di Palermo e i gestori dei lidi balneari, alle porte dell’estate, va nella direzione che auspicavamo facendo della nostra una città all’avanguardia: avremo spiagge finalmente pulite – conclude Caracausi – e pronte ad accogliere al meglio i turisti”.
In Italia, ci sono solo dieci tipologie di oggetti in oltre la metà (il 66%) dei rifiuti abbandonati sulle spiagge. In cima alla top ten ci sono frammenti di plastica o di polistirolo (21,3%), seguiti da tappi e coperchi in plastica per bevande (9,6%) mentre al terzo posto ci sono i mozziconi di sigaretta (8%) e poi i cotton fioc (7,4%). Questi ultimi, spiega Legambiente nell’indagine ‘Beach litter’, “sono il simbolo per eccellenza di maladepurazione e della cattiva abitudine di buttarli nel wc”, pur essendo stati “messi al bando dal primo gennaio 2019 in favore di alternative biodegradabili e compostabili”. In Sardegna e Sicilia, sono il rifiuto più abbandonato sul litorale. Massiccia la presenza di materiali da costruzione (calcinacci, mattonelle, tubi di silicone) abbandonati (il 4,7% di tutti i rifiuti monitorati), poi bottiglie e contenitori di plastica per bevande (4,6%) e ancora bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica usa e getta (3,5%) che sono all’ottavo posto. Fra le stoviglie di plastica usa e getta ‘spiaggiati’ la metà è costituita dai bicchieri. A chiudere la classifica, le retine per la coltivazione dei mitili (3,4%) e i frammenti di vetro o ceramica con il 3,1%. E se sulle spiagge del Tirreno oltre la metà di tutti i rifiuti rinvenuti (il 53%) è rappresentato da mozziconi di sigaretta, frammenti di plastica e polistirolo, tappi e bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie, su quelle dell’Adriatico la classifica è guidata da frammenti di plastica e polistirolo, ma entrano tra i primi cinque rifiuti più trovati le calze per la coltivazione dei mitili, presenti anche nella classifica delle spiagge che si affacciano sullo Ionio. A guidare la classifica in questo caso sono tappi e coperchi in plastica di bevande che rappresentano un oggetto su 10 di quelli registrati.