Rompighiaccio italiana nell’Antartide sconosciuto: “Record raggiunto per lo scioglimento dei ghiacciai”

Mai una imbarcazione si era spinta così a Sud in quell’immenso universo bianco che è l’Antartide.

L’impresa è riuscita dalla nave rompighiaccio italiana “Laura Bassi” dall’Istituto Nazionale Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) che è approdata alla latitudine di 78° 44.280′ S, nella Baia delle Balene, nel Mare di Ross. Un record stabilito nella campagna oceanografica della 38/a Spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra) finanziato dal ministero per l’Università e la Ricerca e gestito da Enea e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

La missione, di cui fanno parte 46 tra ricercatrici, ricercatori e tecnici, ha uno scopo specifico: fare campionamenti nell’ambito di “Bioclever” (Biophysical coupling structuring the larval and juvenile fish community of the Ross Sea continental shelf: a multidisciplinary approach) un progetto coordinato dall’Istituto di scienze polari (Cnr-Isp) del Cnr, grazie anche alla collaborazione dell’osservatorio marino MORSea (Università Parthenope).

Questa è la prima campagna oceanografica dedicata a sette progetti tra attività di lancio e recupero di boe alla messa a mare dei ‘mooring’, per lo studio delle colonne d’acqua, carotaggi per lo studio geologico del fondale e realizzare mappe di aree ancora non cartografate con l’Istituto Idrografico della Marina Militare Italiana. Le condizioni del mare, incredibilmente libero dai ghiacci, hanno consentito l’attività di pesca scientifica a ridosso del Ross Ice SHelf , che qui è molto basso (circa 8 metri). Tra il materiale prelevato c’è elevata densità di stadi larvali e giovanili di specie ittiche, con varietà raramente osservate nel Mare di Ross, oltre a masse di alghe unicellulari.

La Laura Bassi – che nella primavera del 2021 ha subito un refitting dalla Fincantieri con l’asportazione di 40 metri quadrati del fondo dello scafo ricostruito con una particolare struttura sommersa – è salpata da Trieste il 17 novembre scorso e, dopo una sosta tecnica a Ravenna e 40 giorni di navigazione, ha raggiunto la Nuova Zelanda. Poi il 5 gennaio si è lasciata a poppa il porto di Lyttelton per raggiungere la Stazione Mario Zucchelli e il Mare di Ross. La prima campagna oceanografica sta per concludersi con il cambio del personale scientifico alla stazione Mario Zucchelli, il 4 Febbraio, e tre giorni dopo la Laura Bassi ripartirà per rientrare a Lyttelton il 6 marzo e a Trieste la seconda metà di aprile.

Soddisfazione per il record stabilito ma con una venatura di amarezza, come ben sintetizza la dichiarazione del comandante della nave, Franco Sedmak: “Sono contento del record, ma al tempo stesso sono triste nel constatare che le cose stanno veramente cambiando qui in Antartide e nel mondo in generale. Nel 2017 quando per la prima volta siamo stati con la vecchia OGS Explora nella Baia delle Balene abbiamo trovato tanto ghiaccio impenetrabile. Personalmente mai avrei pensato di poter a distanza di pochi anni riscontrare un tale scioglimento del ghiaccio da riuscire a scendere tanto a sud quanto, forzando e osando un po’, siamo riusciti a fare quest’anno”. 

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