San Vito Lo Capo, si torna a parlare del porto: la delibera della Giunta
A San Vito Lo Capo si torna a parlare del porto. Il Comitato No Marine Resort accoglie con grande favore la richiesta di delega dell’Amministrazione Comunale di San Vito Lo Capo per la redazione del proprio Piano Regolatore Portuale e coglie l’occasione per porre alla Giunta Comunale 4 domande.
«Tutto ciò che esso rappresenta, in termini identitari ed economici per la collettività, deve essere tutelato. Questa attività amministrativa a San Vito, va avanti da almeno 50 anni. Il porto, fonte di sostentamento per molti cittadini, è stato oggetto di studi, di ipotesi di riqualificazione e di dibattito, usati come arringa da palco in numerose tornate elettorali, senza che mai si sia arrivati a una soluzione» – scrivono.
Il 07 settembre 2021 la Giunta Comunale di San vito Lo Capo (VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 119 del 07.09.2021) ha deliberato il seguente punto:
● Richiesta all’Assessorato Regionale al Territorio e all’Ambiente, che il Comune di San Vito Lo Capo venga delegato per la redazione del Piano Regolatore del Porto.
Il 16 settembre 2021 il Consiglio Comunale di San Vito Lo Capo ha ratificato all’unanimità la delibera suddetta.
Il Piano Regolatore Portuale (ai sensi della L. 28 gennaio 1994, n. 84 ) è un elaborato da predisporre per le aree portuali, che delimita l’ambito e l’assetto complessivo del porto e individua le caratteristiche e la destinazione funzionale delle aree interessate.
«La redazione del piano regolatore dei porti di seconda categoria, seconda e terza classe* (come il nostro), compete all’Assessorato regionale del territorio e dell’ambiente, che può delegare il comune interessato, su richiesta del consiglio comunale. Il nostro Consiglio Comunale quindi, sulla scorta di quest’ultima previsione, ha chiesto di poter elaborare il proprio Piano Regolatore Portuale».
Di seguito le domande poste alla giunta:
1. Non abbiamo letto tra le premesse alla delibera di Giunta n. 119 un aspetto da noi considerato essenziale: la tutela ambientale, nella specie, del tratto di costa che accoglie la nostra baia di sabbia corallina.
Come mai non si è sentita la necessità di esprimere in premessa il prioritario interesse alla tutela ambientale della spiaggia, inscindibilmente legata alle sorti del porto, ed anche alla conclamata influenza che quest’ultimo può avere sul fenomeno dell’erosione costiera?
Leggiamo, invece, con grande interesse la volontà dominante di salvaguardare la nostra marineria, dotandola di spazi sicuri e funzionali. Con altrettanta apertura accogliamo la volontà, condivisa, di attrezzare un porto moderno e funzionale.
2. Leggiamo anche che “il turismo legato alla fruizione del mare rappresenta la parte preponderante delle presenze turistiche nel territorio comunale”.
Chiediamo, dunque, alla nostra Giunta di specificare meglio cosa si intende per “turismo legato alla fruizione del mare”.
Cioè, rispetto alle presenze complessivamente registrate nella nostra località, è preponderante il turismo legato alla fruizione della spiaggia?
O è preponderante il turismo legato alla fruizione del porto? Ci piacerebbe, se possibile, conoscere i dati.
Si tratta di un elemento di non poco conto, considerato che il mercato dei porti turistici è di fatto un fallimento “globale” tutto all’italiana e, dunque, ci stupirebbe se San Vito Lo Capo si muovesse in controtendenza (ne avevamo parlato qui).
3. Non ci conforta, questo dobbiamo dirlo, la premessa per cui “il porto dovrà cogliere tutte le opportunità” di fornire servizi connessi alla portualità.
Cogliamo l’occasione, quindi, per chiedere che cosa si intende precisamente per “cogliere tutte le opportunità”?
Si intende che il nostro paese, in quanto si affacci sul mare, deve necessariamente offrire ogni genere di servizio connesso alla portualità, con conseguente aumento del traffico marittimo di fronte alla nostra spiaggia?
Se si, sono state fatte delle valutazioni, anche solo approssimative, riguardo l’impatto che una simile circostanza potrebbe avere rispetto ai bagnanti in termini di inquinamento, cattivi odori, rumore, qualità delle acque?
4. In ultimo, non per importanza, chiediamo di sapere che cosa significa precisamente che “il porto dovrà cogliere tutte le opportunità di fornire servizi […] come anche servizi passeggeri coast to coast?”.
Come definirebbe il servizio coast to coast?
A che genere di imbarcazioni, e con quale frequenza, sono riferibili tali servizi nella prospettiva del redigendo piano regolatore portuale?
LE NOSTRE SONO QUATTRO SEMPLICI DOMANDE, le cui risposte donerebbero ancor maggiore trasparenza all’attività in itinere, corredate anche da un augurio.
Se apprezziamo tantissimo che l’amministrazione si muova finalmente per affrontare un’annosa questione quale è quella dell’infrastruttura portuale, riteniamo altresì importante che la visione politico-economica di lungo termine, prerogativa assoluta di chi amministra e che qui nessuno intende contaminare, deve essere chiara.
Infatti, a parere di chi scrive, è rispetto al porto ed alla destinazione che vi si vuole dare che San Vito si gioca una grossa fetta del proprio futuro.
E qui il nostro augurio di oggi, come del passato, che il percorso appena iniziato possa diventare l’occasione per mettere il nostro porto al centro di un concorso pubblico di idee, o di simile strumento, che ci consenta di godere di una infrastruttura avanguardistica, che sia fonte di orgoglio e vanto da parte di tutti.
*Sulla classificazione dei porti si rinvia al testo della legge n 84 del 28 gennaio 1994 (e successive modifiche e integrazioni): https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1994;84