Santa Flavia, intervento del Wwf Sicilia: raccolti 20 sacchi di plastica

Sabato 16 novembre, si è svolta l’ennesima iniziativa di volontariato ambientale e azione di sensibilizzazione del Wwf Sicilia Nord Occidentale con “Aciddara Reload”. Nel corso della giornata, nella spiaggia”Aciddara” di Santa Flavia, incastonata tra la marina di Porticello e il capo di Solanto, sono stati raccolti oltre 20 sacchi di sola plastica, reti, cavi di nylon, rifiuti ingombranti di varia natura e perfino un carrello da supermercato trovato tra il canneto della spiaggia. All’iniziativa hanno partecipato  25 attivisti, volontari, cittadini e simpatizzanti.
“Si è anche constatato – fanno notare gli ambientalisti – che l’accumulo di plastica tra gli strati della sabbia sottostante il canneto indica chiaramente che sono anni e anni che questa martoriata spiaggia accumula plastica e la accantona sotto la sabbia e si incastra nelle radici delle canne. E’ come se si stesse formando una barriera di plastica stratificata sotto il canneto”.  

Una spiaggia piccola, di quasi 200 metri, protetta, nella zona ancora naturale, da un canneto residuo dove è presente ancora un aspetto dunale che protegge un accenno di residua biodiversità. La Posidonia spiaggiata fa presumere che ancora i fondali antistanti pullulano di vita marina. Tutto il resto è cemento che arriva al mare. Un gioco di correnti fa si che tutto ciò che viene gettato in mare, anche dal vicino porticciolo di Porticello, arrivi qui, creando una “spiaggia di plastica”.

“A Marzo scorso, nell’ambito del progetto nazionale del WWF Italia Natura Plastic Free – sottolineano i responsabili del Wwf Sicilia Nord Occidentale  – abbiamo  mobilitato più di 50 cittadini, tra attivisti e volontari, anche tanti bambini, che hanno ripulito una spiaggia letteralmente coperta dalla plastica. In questa foto in basso l’Aciddara prima e dopo il nostro evento PlasticFree. Oltre 100 sacchi pieni riempiti. Dall’analisi dei rifiuti prelevati, l’80% è formato da bottiglie e cassette di polistirolo bianche tipiche contenitori del pescato, la residua parte è plastica dura, gomma, lattine e vetro, in minima parte.  Da un sopralluogo nei giorni scorsi, quindi dopo l’estate e prima delle mareggiate invernali, i primi di novembre, la spiaggia si presentava nuovamente invasa dalla plastica, non nella stessa quantità ma nella medesima “qualità” dei rifiuti prelevati a Marzo scorso. Si è quindi deciso di intervenire nuovamente per capire le quantità di rifiuti accumulati nel periodo Marzo/Novembre (8 mesi circa) nello stesso tratto di costa”. 

“Così Sabato 16 novembre – concludono gli ambientalisti – si è effettuata la giornata “Aciddara Reload”. Ovviamente, tale situazione è presumibile si possa trovare nella maggior parte delle spiagge vicine a porti o complessi urbani ad alta antropizzazione, ma un dato è certo: la plastica ormai ha formato un substrato che difficilmente potrà essere bonificato e le microplastiche prodotte dalla disgregazione di questi pezzi tornerà al mare “alimentando” gamberi, scampi, pesci e crostacei che poi tornano sui nostri piatti”. 

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