Sciacca, tartarughe marine liberate in mare dopo le cure all’Istituto Zooprofilattico di Palermo

Due tartarughe Caretta caretta, ribattezzate rispettivamente “Bingo” e “Rubino”, sono state liberate in mare aperto oggi a Sciacca (Agrigento). Si tratta di esemplari recuperati in stato di grave sofferenza un mese e mezzo fa e curati in questo periodo dai veterinari dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo.

Le tartarughe erano state rinvenute con armi e lenze all’interno della bocca e reti da pesca attorno alle pinne. I successivi controlli clinici e le manovre depurative somministrate hanno permesso di appurare che, all’interno dello stomaco delle tartarughe, si erano depositate anche numerose microplastiche e altri residui inquinanti.

Gli arnesi da pesca abbandonati in mare – dice Stefano Siracusa, uno dei volontari dell’associazione ambientalista Marevivo che hanno coadiuvato le operazioni odierne – causano gravi danni alle tartarughe. L’abbandono in acqua di microplastiche da parte dell’uomo è nocivo per le Caretta caretta, e non solo per loro. È noto che le tartarughe possono ingerire diversi tipi di rifiuti. Il nostro obiettivo – conclude Siracusa – attraverso la pubblicità di un intervento come quello di oggi, è quello di sensibilizzare la popolazione a un maggiore rispetto nei confronti del nostro mare“.

La liberazione al largo della costa di Sciacca delle tartarughe è avvenuta con l’assistenza dei militari della locale Guardia costiera. “Sono attività, quelle a tutela della fauna marina, che noi supportiamo e che meritano tutta la nostra attenzione”, ha detto il comandante Biagio Cianciolo.

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