Settembre virtuale: le piattaforme cambiano pelle (ma non anima)

di Giuseppe Miccoli

Software, abitudini, algoritmi. E come ogni nuovo inizio digitale, anche il 2023 ha portato con sé una raffica di novità dal mondo delle piattaforme. Meta, X, Instagram e TikTok: tutti rilanciano, tutti rincorrono. Ma la domanda resta la stessa: innovazione o ripetizione aumentata?

Cominciamo da Meta, che ha dato nuova linfa al suo progetto di metaverso lanciando Horizon Worlds su dispositivi mobili e web. Un ambiente virtuale dove si entra con avatar per lavorare, socializzare, giocare. Dopo l’indifferenza iniziale, il colosso di Zuckerberg insiste: sarà lì che ci incontreremo, forse, quando ci stancheremo di guardarci in faccia.

Nel frattempo X (ex-Twitter) ha introdotto le Communities, spazi tematici semi-chiusi dove gli utenti possono discutere di interessi specifici, filtrando il caos del feed globale. È il tentativo (quasi disperato) di ritrovare il dialogo in una piattaforma sempre più urlata, sempre meno abitata.

Instagram migliora il suo live shopping, la funzione che consente ai creator di vendere direttamente durante le dirette. È l’ennesima fusione tra vetrina e intrattenimento: ogni gesto è potenziale acquisto, ogni parola un invito a cliccare. Socialità e consumo sono ormai la stessa cosa.

E TikTok non sta a guardare: lancia TikTok Studio, una suite per aziende che consente analisi avanzate, gestione contenuti, performance insights. È il passaggio definitivo da app per balli virali a hub di marketing globale, dove ogni frame è strategia.

Tutte novità, tutte vere. Eppure, sotto la superficie, resta un’impressione di déjà vu: la forma cambia, la logica resta. Attirare, trattenere, misurare. Rilanciare funzioni con nomi nuovi per tenere gli utenti dentro il recinto. Parlare di comunità e vendere dati. Parlare di connessione e offrire solitudine organizzata.

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