Sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche: ridotti del 70% gli uccelli marini che non riescono più a sopravvivere per carenza di cibo

Negli ultimi sessant’anni, tra il 1950 e il 2010, il numero degli uccelli marini è diminuito di quasi il 70%, secondo uno studio dell’ornitologo David Grémillet, ricercatore al centro di ecologia funzionale e evolutiva (Cefe/Cnrs) pubblicato nella rivista Current Biology e rilanciato da Le Figaro. Su 346 specie di uccelli marini il 38% è in condizione critica o si trova addirittura in pericolo, secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura. Le cause sono imputabili allo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche che sta lasciando senza cibo gli uccelli marini non riuscendo più a sopravvivere per carenza di pesce.

Uno studio pubblicato su Science evidenzia che le colonie di uccelli marini collassano quando le imbarcazioni dei pescatori prelevano più del 70% delle risorse ittiche lasciando così gli uccelli in difficoltà perché per loro diventa difficile catturare i pesci e finiscono col morire di fame. In particolare, lo sfruttamento delle risorse ittiche avviene soprattutto negli oceani Antartico, Indiano, nei mari Mediterraneo e di Norvegia e davanti alla costa della California.

 

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