Siracusa ombelico del mondo, l’Isola delle contraddizioni si prepara ad aprire le porte al G7
Il 2024 probabilmente verrà ricordato come uno dei più turbolenti per il settore dell’agricoltura e della pesca. L’Italia e la Sicilia, inevitabilmente, si sono ritrovate al centro dei dibattiti, afflitte e messe in ginocchio da vincoli comunitari stringenti e dalle condizioni climatiche avverse. Svoltare pagina è possibile e le speranze sono riposte anche nelle mani delle prossime elezioni dell’8 e 9 giugno, per capire quali saranno le nuove linee guida tracciate dall’Europa. Il primo vero banco di prova avrà luogo in Italia.
Se è vero che la lunga pausa estiva porterà consiglio, oltre a permettere così ai neo-parlamentari di prendere le giuste misure con i nuovi incarichi, il G7 di Siracusa, che è in programma dal 26 al 28 settembre al castello Maniace, ha tutte le carte in regola per diventare non solo un momento di riflessione, ma anche un importante punto di partenza.
I cicli degli incontri ministeriali quest’anno hanno visto l’Italia protagonista e la Sicilia è stata inclusa all’interno del calendario, promettendo, a distanza di mesi, di essere una delle tappe più delicate. La terra del vino, degli agrumi e del grano decimati dalla siccità e delle marinerie fantasma avrà dunque i tutti riflettori accesi su di sé, divenendo così, per qualche giorno, l’ombelico del mondo.
Il deputato nazionale siracusano Luca Cannata non ha nascosto l’obiettivo dell’evento: “Vogliamo valorizzare le nostre eccellenze e la qualità dei nostri prodotti. Per la prima volta il G7 vedrà sia l’agricoltura sia la pesca, quindi con le nostre marinerie e il nostro pescato. Con il ministro vogliamo che il G7 non duri solo tre giorni, ma realizzare un’Expo dell’agricoltura che coinvolga tutta l’isola di Ortigia. Tutte le piazza saranno allestite per dare la possibilità di vedere come si coniugano innovazione, agricoltura e tradizione“. Il parlamentare in quota Fratelli d’Italia ha sottolineato l’importante possibilità di “condividere una visione per il futuro ed eliminare le criticità, mettendo al centro la tutela dell’agricoltura e dell’agricoltore come persona capace di tutelare l’ambiente e produrre qualità“.
Il G7 torna nell’Isola dopo circa sette anni di assenza, quando allora Taormina riunì gli stati più influenti sotto il tema delle pari opportunità. Questa volta porterà con sé una piccola novità. Per la prima volta, infatti, la pesca sarà inclusa nell’agenda politica. Una scelta quasi naturale, ma per nulla scontata e che si incastra perfettamente con la tradizione del territorio siracusano e delle sue celebri materie prime: dal pomodoro alla mandorla fino al vino, senza dimenticare le ricchezze del suo mare, per anni legato alla pesca, in particolar modo al tonno rosso, alla mattanza e a tutta la filiera che ne deriva con le tonnare dislocate lungo la costa. Storia e cultura chiudono il cerchio per una provincia con alta vocazione turistica.
Ma quali saranno i temi principali? In città si riuniranno i rappresentanti di Italia, Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Germania e Regno Unito. La certezza è che si ripartirà dal documento approvato a Miyazaki, in Giappone, durante il G7 dell’aprile dello scorso anno, con l’indicazione delle dodici azioni prioritarie per rendere i sistemi agroalimentari più sostenibili, produttivi e resilienti attraverso l’azzeramento delle emissioni di gas serra, rilancio delle aree rurali e parità di accesso ai finanziamenti, in particolare per i giovani e le donne. L’Italia, rappresentata da Lollobrigida, era arrivata in Giappone portando con sé quattro punti fermi: no ad alimenti standardizzati, sì al cibo di qualità per tutti, avanti con il sostegno comune alle misure Ue per l’Ucraina, contrasto ai falsi prodotti italiani e difesa delle indicazioni geografiche. Punti che saranno presumibilmente riproposti con alcuni cavalli di battaglia del ministro, come lo stop alla carne coltivata.