Tagli alle giornate di pesca, Bartolo e Ferrandino scrivono a Bellanova: “Catastrofici per il settore”
“Nelle intenzioni della Commissione riguardo le possibilità di pesca nel Mediterraneo Occidentale per il prossimo anno è prevista una riduzione del 15 per cento dello sforzo di pesca, che per i nostri pescatori, in particolare, si tradurrebbe in un taglio del 17 per cento delle giornate di pesca nel 2021“. Così gli eurodeputati Pd e componenti della Commissione Pesca a Bruxelles, Pietro Bartolo e Giosi Ferrandino, in una lettera aperta al Ministro Teresa Bellanova.
Secondo i due parlamentari, “una riduzione così drastica, sommata alle restrizioni già in essere per quest’anno (un taglio del 10 per cento) e ad una già precaria situazione causata della pandemia di COVID, porterebbero la flotta italiana che pesca triglia, gambero rosa, nasello e scampo con reti da traino a non raggiungere la soglia minima di profittabilità che ne garantisce la sopravvivenza“.
“C’è di più: questi tagli – aggiungono Bartolo e Ferrandino – porrebbero inoltre numerosi altri problemi come quello della sicurezza a bordo, conseguenza di un allungamento delle giornate rimanenti, per cercare di massimizzare la rendita, nonché ad un aumento della pesca illegale, causata dalla necessità di raggiungere la soglia di profittabilità da parte dei pescatori. Senza contare il grande problema sociale derivante dai numerosi pescatori che si troverebbero senza un’occupazione a causa della scarsità di lavoro”.
“I nostri pescatori – sottolineano ancora i due componenti della Commissione Pesca a Bruxelles – prima di chiunque altro sono coscienti della necessità di agire immediatamente e in maniera decisa per salvaguardare il futuro del Mediterraneo. Ma, al contempo, prima di considerare ulteriori tagli dello sforzo di pesca, sarebbe necessario valutare sia gli effetti delle restrizioni messe in atto nel 2020 sia le possibili ricadute socioeconomiche delle misure adottate. Senza contare che la Commissione non prende in considerazione la globalità dei fattori che minano lo stato delle risorse – concludono i due nella missiva indirizzata alla Ministra Bellanova -, come i trasporti marittimi, gli sversamenti dalla terraferma, l’inquinamento da plastiche e microplastiche o i cambiamenti climatici”.