Le cosiddette “reti fantasma”, perse e abbandonate dalle navi da pesca, continuano per anni ad essere trappole mortali per la fauna e sono fonti di inquinamento.Questo killer “silenzioso” nei nostri mari uccide ogni anno migliaia di specie e altera gli ecosistemi. Secondo un rapporto della FAO e del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), circa 640mila tonnellate di queste reti soffocano i nostri fondali, costituendo il 10% della plastica che li inquina.
Tartaruga Caretta caretta trovata morta sulla spiaggia di Maddalusa
Una tartaruga Caretta Caretta è stata trovata morta nella spiaggia di Maddalusa (Ag), a causa di una rete che si è aggrovigliata nella sua pinna, portandola inevitabilmente a morire. “Stiamo uccidendo il nostro mare ed i suoi abitanti. Ancora una tartaruga morta sulle spiagge siciliane, ancora un bellissimo esemplare che perde la vita per colpa di una rete abbandonata in mare” – evidenziano gli attivisti di Mareamico Agrigento -.
Purtroppo, il problema si ripropone ormai nella sua drammaticità quotidiana. Migliaia di metri quadrati di reti da pesca abbandonate sono disseminate in aree sempre più vaste dei fondali, provocando una crescente forma di desertificazione degli ecosistemi marini. Raramente il fenomeno, pur segnalato, suscita interesse e mai provoca interventi significativi da parte delle autorità marittime. Solo sporadiche segnalazioni giungono dal mondo della subacquea, che costantemente perlustra ogni angolo più nascosto degli abissi marini.