Termina la Seafuture: un unicum per la Blue Economy nel bacino del Mediterraneo
Si è conclusa l’ottava edizione di Seafuture. Le aziende partecipanti alla Spezia hanno infatti avuto importanti opportunità per farsi conoscere a livello internazionale, vista la presenza di oltre 70 Delegazioni provenienti da tutto il Mondo, sia istituzionali sia Marine Militari – con 28 Capi di Stato Maggiore – e Segretariati Generali della Difesa, oltre che dai numerosi visitatori a livello nazionale ed internazionale Sono proprio gli oltre 310 espositori il termometro di numeri che vanno al di sopra delle aspettative.
Visitando i 35mila metri quadrati di area espositiva, ricavati all’interno dell’Arsenale della Spezia, si respira l’entusiasmo: tra le oltre 80 aziende estere ci si saluta con un arrivederci alla prossima edizione che sarà nel 2025. il posizionamento di Seafuture tra le manifestazioni europee leader nei settori delle tecnologie del mare, della sicurezza e della difesa è consolidato come dimostrano gli oltre 3.000 b2b pre-organizzati e gli oltre 20.000 partecipanti. “Ringrazio tutti coloro che ci hanno seguito ed efficacemente affiancato in questi giorni di grande dedizione: espositori, delegazioni italiane ed estere, istituzioni, sponsor, maestranze, visitatori, scuole, università , associazioni e giornalisti“, afferma Cristiana Pagni, Presidente di Italian Blue Growth, società che organizza Seafuture.
“Seafuture – sottolinea la presidente di IBG – rappresenta ad oggi un unicum per la Blue Economy nel bacino del Mar Mediterraneo, un hub imprescindibile per rilanciare l’economia del Paese all’insegna della sostenibilità, dell’innovazione e della transizione energetica e l’interesse dei numerosi partecipanti lo testimonia“.
Il nostro Paese, per la sua posizione strategica e centrale sul Mediterraneo deve giocare un ruolo da leader a livello europeo puntando sul mare: non è un caso che il 25% del PIL derivi dalle attività collegate alla risorsa blu. Anche, gli ultimi dati di Confartigianato presentati proprio a SEAFUTURE, evidenziano che le produzioni nelle zone costiere italiane rappresentano il 50,6% del PIL contro una media del 36,6% nei Paesi dell’Unione Europea. A livello globale è ormai evidente che le nuove sfide si giocheranno nella dimensione subacquea: sui fondali sono collocate le infrastrutture strategiche per l’approvvigionamento energetico e per le telecomunicazioni digitali.
“Alexander Pope dice: il mare unisce ciò che separa – afferma Cristiana Pagni – Noi vogliamo essere protagonisti di un percorso condiviso che accresca la conoscenza e la consapevolezza: strumenti necessari per unire e superare i gap economici e sociali; lo facciamo soprattutto perché lo dobbiamo alle giovani generazioni. Non è secondario, infatti, che SEAFUTURE vuole essere una concreta opportunità anche per i giovani che in ogni edizione vengono premiati attraverso i SEAFUTURE AWARDS. Questo riconoscimento è realizzato insieme al Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, nostro partner imprescindibile, l’Ufficio Scolastico regionale e la Fondazione Carispezia. Madrina della cerimonia di premiazione di quest’anno è stata la giornalista Carmen Lasorella“.
“Ieri – sottolinea la presidente di IBG – abbiamo concluso questa settimana con i sea talk, dialoghi sul mare, cui hanno aderito conferenzieri conosciuti a livello internazionale come Roberto Danovaro, Ferdinando Boero, Patrizia Majorca e Silvia Pagnoscin. Non potevamo scegliere conclusione migliore: crediamo fortemente che solo attraverso la conoscenza e la formazione si possa incidere sul futuro lavorando sulla tutela e la conservazione dell’ambiente marino“.
Terminata l’ottava edizione, lo staff di SEAFUTURE è già lavoro: nelle prossime settimane inizieranno i confronti tra i partner per impostare l’edizione 2025 che vedrà la Marina Militare accanto a IBG per rafforzare ancor più il ruolo di questa manifestazione a livello nazionale e internazionale