TikTok cancella #SkinnyTok. Ma l’algoritmo continua a educare alla magrezza

di Giuseppe Miccoli
Sparisce l’hashtag, resta il problema. Dopo le pressioni della Commissione europea e del regolatore francese Arcom, TikTok ha bloccato globalmente #SkinnyTok, il trend che raccoglieva video di ragazze scheletriche, diete estreme e consigli per perdere peso rapidamente. Contenuti «malsani» — li ha definiti così la piattaforma cinese di proprietà ByteDance — ma ampiamente diffusi e spinti per mesi dagli stessi algoritmi che ora si professano improvvisamente responsabili.
Chi cerca l’hashtag, oggi trova un messaggio di aiuto, indirizzato a chi potrebbe soffrire di disturbi alimentari o disagio psichico. Una misura che TikTok ha già sperimentato per altri temi sensibili — suicidio, autolesionismo, depressione — nel tentativo di mostrarsi attento al benessere dei propri utenti, soprattutto minorenni.
Ma basta cancellare un’etichetta per fermare l’industria digitale del corpo? Naturalmente no. Alla chiusura di #SkinnyTok sono già seguite decine di varianti, con giochi di parole e assonanze — come “waste” e “waist” — che aggirano facilmente i filtri. I corpi magri, i fianchi stretti, le ossessioni alimentari continuano a scorrere sotto altre vesti. La repressione dell’hashtag è una goccia nell’oceano della viralità.
Negli ultimi mesi TikTok ha annunciato nuove funzioni: limitazioni ai filtri estetici per i minori, collegamenti a ONG specializzate in disturbi alimentari, filtri personalizzati nel Feed Per Te. Ma la questione rimane quella di sempre: la difficoltà — o forse la mancata volontà — di certificare con certezza l’età degli utenti. Ad oggi la verifica resta affidata all’autodichiarazione, supportata da sistemi di intelligenza artificiale che tentano di intercettare chi mente.
Non è solo un problema di TikTok. Anche Meta sollecita da tempo Apple e Google a farsi carico del controllo dell’età sugli store digitali. Ma mentre le big tech si scambiano le responsabilità, le piattaforme restano terreno di coltura per un’estetica della magrezza sempre più tossica e normalizzata.