TikTok, Instagram, Snapchat: la corsa infinita alla cattura dello sguardo

di Giuseppe Miccoli
Nell’ecosistema social, ogni aggiornamento è una promessa: più tempo, più attenzione, più dati. A giugno 2023 le piattaforme hanno mostrato, ancora una volta, la loro vocazione a diventare ambienti totali, spazi dove l’utente non solo consuma contenuti ma viene accompagnato — o, meglio, guidato — nel farlo.
TikTok ha lanciato nelle Filippine un esperimento che racconta bene il futuro che ci aspetta: un chatbot AI chiamato “Tako”, capace di suggerire video in base alle richieste degli utenti. Non più solo un algoritmo invisibile che modula il feed, ma un assistente in chat, pronto a dialogare, profilare, e soprattutto incanalare la curiosità dentro percorsi predefiniti. È la nuova frontiera del feed personalizzato, dove la scelta è simulata, la conversazione è artificiale e la libertà di navigazione si riduce a una serie di “consigli” sempre più mirati.
Mentre TikTok sperimenta l’intelligenza artificiale conversazionale per orientare il comportamento, Instagram amplia la sua geografia pubblicitaria. Ora, gli annunci non si limitano a popolare il feed o le stories: compaiono direttamente nei risultati di ricerca. Un movimento che trasforma anche lo spazio della curiosità spontanea — quel momento in cui l’utente cerca qualcosa di proprio — in un territorio presidiato dai brand. La search diventa così un’estensione della vetrina commerciale, e l’esperienza si fa sempre meno neutra.
Snapchat, da parte sua, continua a investire nella realtà aumentata: la nuova tecnologia Nails Segmentation consente di “provare” virtualmente smalti sulle unghie attraverso la fotocamera dello smartphone. Un gioco cosmetico che, dietro la leggerezza, nasconde la logica dell’acquisto impulsivo potenziato dalla gamification. Non è solo un filtro divertente: è un try-on permanente, un piccolo laboratorio di consumo istantaneo.
Tre mosse, tre direzioni diverse, un unico obiettivo: rendere la permanenza dentro le piattaforme più lunga, più intensa e più monetizzabile. Dal chatbot che suggerisce video alle pubblicità travestite da risultati di ricerca, fino agli specchi virtuali della realtà aumentata, il linguaggio comune è quello di un capitalismo della sorveglianza che non dorme mai.
E intanto, i dati dicono che trascorriamo oltre due ore e mezza al giorno sui social. Un tempo che non è solo intrattenimento: è produzione di valore per aziende che non conoscono crisi di attenzione, ma solo crisi di saturazione.
Forse, per capire dove stiamo andando, basta guardare a Tako, l’IA di TikTok: non ci sta solo parlando, sta imparando da ogni parola che digitiamo.