Tonnara di Favignana, Bongiorno: “Slancio all’economia del territorio”

Il più importante e moderno stabilimento industriale del Mediterraneo con i suoi 32 mila metri quadri, di cui 3/4 coperti per la pesca e la lavorazione del tonno rosso, costruito nella seconda metà dell’800 per iniziativa di Ignazio Florio, presto ritornerà in funzione.

L’ultima mattanza risale al 2007 ma l’agognato decreto del Ministero delle Politiche agricole è arrivato giusto in tempo per evitare che la tonnara di Favignana fosse cancellata dall’elenco di quelle autorizzate alla pesca del tonno rosso (sei in tutta Italia). Ed ora lo stabilimento dell’isola più grande delle Egadi, potrà nuovamente essere utilizzato per la sua funzione naturale, lasciandosi alle spalle lo “status” di “museo di archeologia industriale” acquisito negli ultimi dieci anni. Con il recente atto emanato da Roma l’azienda Nino Castiglione srl (235 dipendenti) attiva dal 1933, che vanta una produzione annua di oltre 100 milioni di scatolette, (primo produttore italiano di tonno in scatola a marchio privato per la grande distribuzione nazionale), viene riconosciuta come operatore autorizzato alla gestione della tonnara.

Adesso si attende che il Ministero determini le quote di tonno per la stagione di pesca, la quantità di pesce che si potrà pescare con l’auspicio che da Roma si stabilisca una quota tale (circa un centinaio di tonnellate) da poter garantire la sostenibilità del progetto.

“Un risultato importante – commenta il presidente di Sicindustria Trapani, Gregory Bongiorno – che ci ha visto impegnati in prima linea al fianco della nostra associata, l’azienda Nino Castiglione, una delle eccellenze dell’imprenditoria siciliana riconosciuta adesso, con decreto del Ministero delle politiche agricole, come operatore autorizzato alla gestione della tonnara”. “Negli ultimi dieci anni – aggiunge Bongiorno – lo stabilimento era diventato una sorta di museo di archeologia industriale. Adesso, invece, si potrà tornare anche a pescare il tonno con un ritorno diretto nel settore della pesca e del turismo e un nuovo slancio all’indotto, dalla cantieristica alle attrezzature navali e al trasporto. Restano ancora da determinare le quote di tonno per la stagione di pesca e l’auspicio è che il Ministero stabilisca una quota tale da poter garantire la sostenibilità del progetto”.

L’ultimo “rais” (l’ottavo nella storia dello Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica) Gioacchino Cataldo, morto a 77 anni lo scorso luglio, siamo certi che avrebbe accolto positivamente la “rinascita” della tonnara di Favignana, avendo dedicato tutta la vita, da quando aveva 14 anni come ragazzo specializzato nel reparto conserviero, pescatore del tonno per trentatré anni e rais per undici.

In termini identitari e culturali, il rilancio della tonnara costituisce, senza alcun dubbio, un fattore di orgoglio per la comunità e un elemento di marketing territoriale di vitale importanza per lo sviluppo socioeconomico dell’isola. Altra nota positiva è rappresentata dal fatto che presto ritorneranno protagonisti raisi, sottopadroni, faratici, muxiari e semplici tonnaroti, in grado di assicurare lo svolgimento del ciclo produttivo, dalla cattura dei grandi cetacei alla lavorazione dell’ambito pescato.

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