Tonnara di Portopalo. Legambiente: “compravendita illegittima”
La vicenda della compravendita della tonnara dell’isola di Portopalo di Capo Passero, è stata al centro di una conferenza stampa al circolo Legambiente di Siracusa. Gianfranco Zanna, presidente Legambiente Sicilia e l’avvocato Paolo Tuttoilmondo, dirigente regionale di Legambiente, hanno spiegato perché il progetto, che prevede, con cambio di destinazione d’uso, la creazione sull’isolotto di 18 suite nei magazzini e un ristorante d’eccellenza, 110 stanze, bar, ristorante, centro benessere, piscine e solarium “presenta numerosi profili di illegittimità”.
“Non siamo pregiudizialmente contrari al recupero di manufatti storici e a un loro utilizzo a fini produttivi – dice Zanna – ma non possiamo accettare questo progetto che appare come una speculazione immobiliare e che sicuramente non rispetta le leggi di tutela e la storia dei luoghi. Siamo estremamente preoccupati che la Soprintendenza di Siracusa e il Comune di Capo Passero facciano finta di non sapere che l’isolotto è una riserva naturale, e in particolare la prima, disconosca e annulli le previsioni del piano paesistico per un’area dove è prevista la massima tutela”.
“Il mancato completamento dell’iter istitutivo della Riserva naturale – aggiunge Tuttoilmondo – da parte della Regione e lo stato di abbandono dei magazzini, delle ancore e delle barche in essi contenuti, non possono giustificare alcun intervento vietato dalle norme di tutela dell’area, sia paesaggistiche sia naturalistiche. Crediamo, invece, che l’istituzione della riserva naturale e una sua gestione sostenibile e intelligente, insieme all’apertura alla fruizione del Forte che la domina, di proprietà della Regione, possano offrire anche interessanti opportunità economiche”.
L’Isola di Capo Passero è inserita nel Piano regionale delle Riserve approvato con il decreto dell’assessore al Territorio, n. 970 del 10 giugno 1991. Legambiente Sicilia diffida la Soprintendenza di Siracusa a revocare in autotutela l’autorizzazione data e presenterà un ricorso gerarchico all’assessorato regionale ai Beni culturali chiedendo al nuovo assessore l’annullamento dell’autorizzazione della Soprintendenza. Infine, presenterà ricorso all’assessorato, titolare della riserva naturale, per gli aspetti riguardanti le leggi regionali in materia ambientale e per alcuni aspetti della Vinca, la Valutazione di incidenza ambientale.