Il tonno, parte integrante della dieta mediterranea

Il tonno è parte integrante della dieta mediterranea, oltre ad essere un alimento molto nutriente e una risorsa importante per il benessere dell’organismo. Sono oltre 80 gli Stati che praticano la pesca al tonno e la sua portata continua a crescere esponenzialmente negli oceani Indiano e Pacifico. Il primo prodotto a guidare la produzione è il tonno in scatola (l’Italia si pone al secondo posto dopo la Spagna), un mercato che solo nel Belpaese  ha un valore di 1,3 miliardi (2017), con una produzione nazionale di 75.800 tonnellate e un consumo di 155.000 tonnellate (+3% rispetto al 2016) pari a circa 2,5 chili pro capite.

Le varie parti del tonno (ventresca, filetti, bottarga, mosciame, lattume, cuore, buzzonaglia) vengono utilizzate per la preparazione di piatti che ne prevedono l’uso crudo, come nel sushi o nel sashimi, e cotto. Inoltre, il tonno viene conservato, sott’olio o al naturale (in acqua salata), generalmente confezionato in scatolette metalliche o vasetti di vetro.

In Italia il tonno maggiormente commercializzato è ancora il tonno pinna gialla (yellowfin), che è una specie oceanica più diffusa e per questo di prezzo in genere più basso, mentre il tonno rosso (bluefin), tipico del Mediterraneo, secondo il Wwf (impegnato in un braccio di ferro con i pescatori), sarebbe a rischio di estinzione. In Spagna è utilizzato anche il tonno alalunga. Da alcuni anni il più usato al mondo per l’inscatolamento sott’olio è il tonnetto striato.

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