Tradizione e sperimentazione: dal frassino al borgo, la manna per il brand Castelbuono CLICCA PER IL VIDEO
ARTICOLO DI MARIANNA GRILLO
Piuttosto che aspettare la biblica manna dal cielo, a Castelbuono si preferisce estrarla dalla corteccia del frassino per svariati utilizzi. Nessun aiuto provvidenziale dunque ma, la volontà di sfruttare le unicità del territorio per creare eccellenze e imprimere un marchio di fabbrica, il “fatto a Castelbuono”, riconosciuto in tutto il mondo.
Alle pendici del “Colle Milocca”, tra il mare e il Parco delle Madonie, Castelbuono deve le sue origini ai Ventimiglia, Signori della Contea di Geraci che, agli inizi del 1300, diedero avvio alla costruzione di un possente Maniero sul poggio dominante l’antico casale di “Ypsigro”. Oggi, Castelbuono è diventato un brand che richiama turisti da tutto il mondo. Un unicum in fatto di eccellenza. La ricetta del successo? Investire sulla valorizzazione delle immense risorse del territorio e attuare politiche attive a sostegno alle attività produttive locali: un equilibrio perfetto tra storia e sfide della contemporaneità.
UN PO’ DI STORIA…
Nel 1317 Francesco I di Ventimiglia, dei Conti di Geraci, sposato con Costanza Chiaramonte, edificò il Castello dei Ventimiglia di Castelbuono. secondo il modello di “maschio”, o mastio, torre comune nei castelli medievali, cui si affianca la residenza. La nascita del Castello fece crescere così tanto la piccola comunità che, nel 1454, Giovanni I vi si trasferì con la sua “corte”, facendolo diventare il centro più importante degli immensi possessi territoriali dei Ventimiglia, portando con sé la sacra Reliquia del teschio di S. Anna, la patrona del paese. La reliquia è custodita all’interno della Cappella Palatina (1684), interamente decorata a stucco su fondo oro zecchino, opera dei fratelli Giuseppe e Giacomo Serpotta…
Anche oggi, come ricorda Maria Enza Puccia, Presidente del Museo Civico di Castelbuono, la cultura è la linfa che si alimenta in una comunità sana, attiva e inclusiva come quella castelbuonese
Cultura a Castelbuono vuol dire enogastronomia, arte, bellezza, artigianato, ambiente. E’ un laboratorio di sperimentazione culturale che dà vita a diversi progetti portati avanti dalle 60 associazioni presenti nel territorio, in sinergia con le istituzioni culturali e l’ amministrazione attiva. Il Museo Civico, che si trova all’interno del castello, tutela e valorizza il patrimonio storico-artistico del territorio. Se da un lato si occupa della conservazione delle numerose collezioni (archeologica, arte sacra, arte moderna e contemporanea e urbanistica) e dall’altro cura il rapporto con la comunità. Attraverso iniziative che sfruttano tutti i linguaggi dell’arte, dalla musica, al teatro, il Museo Civico opera con uno sguardo al sociale intercettando, di volta in volta, temi e riflessioni importanti come il femminicidio o la questione relativa alla condizione delle donne afghane. In tal senso si sta creando una residenza d’artista o una borsa di studio. Nei suoi spazi, il museo organizza anche le mattinate musicali e letture di testi teatrali.
Fra le numerose associazioni ricordiamo Auser Castelbuono, il Centro Polis Castelbuono che ha in programma diversi cineforum in collaborazione con un’altra realtà importante, la consulta giovanile.
Tra le realtà più importanti di Castelbuono troviamo la Biblioteca comunale che interagisce per intercettare quella che è la storia locale e identitaria e, oltre a promuovere presentazioni di libri e dibattiti, propone momenti di approfondimento con quelli che sono i poeti castelbuonesi. Troviamo poi il Museo Naturalistico Francesco Minà Palumbo. Un quadro della storia naturale delle Madonie con collezioni che comprendono reperti attinenti a flora, fauna, geologia, preistoria, archeologia industriale del medico naturalista Palumbo e diverse collezioni donate da altri naturalisti. All’interno c’è una parte importante: quella relativa al Museo dei Pupi siciliani donati dalla famiglia Pandolfo. Il Museo Naturalistico, oltre a custodire questo importante patrimonio, si impegna anche in altre attività come l’organizzazione di una serie di escursioni a Piano Cervi in collaborazione con le associazioni naturalistiche, con l’obiettivo di far scoprire il territorio, di godere di un panorama unico. Queste escursioni daranno inoltre la possibilità di andare alla ricerca di erbe particolari, di erbe alimurgiche attraverso cui si cercherà di far assaggiare piatti tipici realizzati con prodotti del territorio.
Oltre a offrire uno spettacolo naturalistico, le Madonie sono anche la culla delle materie prime dei prodotti tipici di Castelbuono. Vere e proprie eccellenze raccontate da Natale Allegra, Presidente dell’Associazione Ristoratori Castelbuono e dall’imprenditrice Elena Forti.
Castelbuono predilige il chilometro zero. Fra i prodotti più famosi del territorio troviamo di sicuro i funghi in diverse varietà (ovoli, porcini, cardoncelli e tartufi) protagonisti della manifestazione Funghi Fest che, ogni anno, attira migliaia di turisti. Ci sono diversi prodotti slow food: la Provola delle Madonie, la Manna che è una peculiarità esclusiva del territorio tra Castelbuono e Pollina. Si tratta di una resina ottenuta dal frassino, uno zucchero naturale, tollerabilissimo anche dai diabetici e utilizzato in svariate preparazioni. Famosissima la qualità della carne locale e l’aroma delle infinite verdure ed erbe aromatiche che crescono spontanee nel Parco delle Madonie, valori aggiunti per sapori unici. Un dolce della tradizione castelbuonese è la testa di turco, un dolce antico la cui storia risale alla scacciata dei turchi da parte normanni. Una delizia fatta con ingredienti semplici ma gustosi come il latte, la farina, lo zucchero, la cannella e gli zuccherini colorati che davano il senso della festa. Un tempo, era infatti un dolce carnevalesco ora, invece, lo si trova in molti ristoranti anche se resta il dolce della domenica dei castelbuonesi. Famoso in tutto il mondo, il panettone artigianale realizzato con prodotti siciliani ma come non ricordare i cannoli, i sammartinelli, gli scrigni di pastafrolla ripieni di fichi, mandorla e pistacchio, i prodotti per la colazione preparati come si faceva una volta. Oggi anche in questo campo si sperimentano nuovi prodotti: si pensa a dolci vegani, a farine di grani antichi siciliani prodotti nelle alte Madonie (farina maiorca e timilia). Da provare, le diverse varietà di miele il cui sapore è reso unico dalle erbe che crescono nelle alte Madonie e dai fiori piantati dopo la semina del grano. Aromi esclusivi e premiati da concorsi nazionali e internazionali. Altre specialità gastronomiche sono il falso magro di Castelbuono e la polpetta d’uovo. Molte di queste ricette, vengono riproposte sia in versione tradizionale che rivisitata accontentando i palati di tutti.
Poche altre realtà siciliane, hanno saputo valorizzare l’artigianato locale come accade a Castelbuono. Giusi Cusimano, creatrice di moda, spiega il motivo per cui il borgo è la realtà ideale per la creatività dei castelbuonesi.
Molti artigiani hanno scelto di restare a Castelbuono perché offre spazi di crescita per impiantare piccola attività. L’ associazione ALAB- Associazione liberi artisti e artigiani, ha come obiettivo quello di ripristinare i vecchi mestieri come il sarto, il pittore, il calzolaio e riqualificare al tempo stesso i centri storici. Ci sono molti laboratori sartoriali, anche di alta moda alla portata di tutti , di ricamo, accessori, borse, scarpe. Il borgo, offre ogni giorno un’ispirazione diversa. Ci sono collezioni che raccontano il territorio, il suo patrimonio artistico come le allegorie del Serpotta, manufatti che raccontano la femminilità della terra siciliana, la vita quotidiana di Castelbuono. Dalla sinergia tra laboratori si arriva alla creazione di tour esperienziali che consentano al turista di conoscere la realtà del borgo e realizzare manufatti con le proprie mani. Altre associazioni come ManualMente, coinvolgono donne di tutte le età che hanno fatto dei loro hobby, delle loro passioni una vera e propria attività. C’è chi lavora il legno o la carta, chi si dedica al ricamo come anche il filet antico o il 500, chi realizza manufatti pittorici. I castelbuonesi hanno passione per l’artigianato, un’ inclinazione particolare nel fare oggetti a mano, con la testa e con il cuore. Un’operazione che passa anche attraverso il recupero di strumenti del passato. E’ stato ripristinato un vecchio telaio del 1700 in modo che si possa imparare l’antica arte della tessitura. Intorno agli anni ’50, a Castelbuono, quasi ogni famiglia possedeva un telaio in casa. Il corredo nuziale (parte importante della dote), veniva fatto con quello e, per una donna in età da marito, averne uno consistente era un modo per indicare la ricchezza, l’ importanza come famiglia. Oggi, quest’arte si è persa ma, i telai restano nelle cantine dei castelbuonesi nonostante non si usino più. Secondo la tradizione, i telai erano fatti con legno sacro: per questo non potevano essere distrutti o incendiati ma, anche se inutilizzati, dovevano essere gelosamente conservati.
NATALE A CASTELBUONO…
“Natale a Castelbuono – dice Puccia – è chiaramente un momento importante che coniuga tutti quei fattori determinanti per lo sviluppo delle nostre attività culturali. Le iniziative in programma sono: Dolcemente Castelbuono, giunto alla sua terza edizione, i mercatini natalizi in collaborazione con l’associazione ManualMente, “Castelbuono è una Favola Winter” , “A Vecchia” ,una tradizione tipica del nostro Natale e tante altre iniziative in collaborazione con le associazioni del territorio. La banda musicale ad esempio, andrà ad allietare i giorni di Natale.”
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