Traghetti, Assarmatori: “Nel 2025 il 73% a rischio fuori legge”
L’applicazione delle nuove norme Imo sulle emissioni e il pacchetto Fit for 55, varate per favorire la sostenibilità ambientale delle flotte, rischia di tradursi in una stangata insostenibile per i traghetti e le navi ro-ro italiane.
Che si rifletterebbe anche in un aumento del costo del biglietto per circa 30 euro a tratta. “Nel 2025 il 73% delle navi ro-ro e dei traghetti italiani risulteranno non ottemperanti alla norma e quindi potenzialmente non più in grado di navigare e l’impatto delle nuove disposizioni si tradurrà inoltre in extra costi per oltre 300 milioni l’anno” lancia l’allarme Assarmatori che con due studi fa i conti dell’impatto di alcune delle nuove normative “verdi” previste per le navi a partire dal 2023 con l’entrata in vigore dell’Ets, il sistema dello scambio delle quote di anidride carbonica e la revisione della direttiva per la tassazione dell’energia, Etd, con la cancellazione delle esenzioni fiscali per i combustibili fossili utilizzati nei trasporti marittimi.
Il primo studio, realizzato da Rina per Assarmatori, relativo all’applicazione delle misure dettate dall’Imo (International maritime organization) per la riduzione delle emissioni di CO2, dice che a partire dal 2023, più del 23% dei traghetti italiani si troverebbe fuori norma, e nel 2025, senza misure aggiuntive per migliorare l’efficienza energetica solo il 37% del naviglio sarebbe in grado di rispettare i requisiti. Lo studio di Assarmatori circa l’applicazione del pacchetto Fit for 55 al settore del trasporto passeggeri e merci per isole maggiori e minori evidenzia che, sommando gli effetti di Ets ed Etd, si arriverebbe a oltre 300 milioni l’anno di extracosti. “Dati che solo eufemisticamente possono essere definiti preoccupanti – commenta Stefano Messina, presidente di Assarmatori – e confermano quanto la nostra associazione sta sostenendo da tempo: le misure volute dalla Commissione Europea per decarbonizzazione del trasporto marittimo, del tutto condivisibili in linea teorica, sono intempestive e rischiano di creare gravi danni non solo alla tenuta economica delle compagnie impegnate in questi servizi ma anche, a valle, su tutta la filiera”.