Ue, approvato il programma 2021-27 Emffa per l’Italia da 1 miliardo

La Commissione Europea ha adottato il programma 2021-27 del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (Emffa) per l’Italia, per un importo complessivo di 987,2 milioni di euro per i prossimi sei anni, di cui 518,2 milioni di euro dal bilancio Ue.

Circa la metà dei fondi andrà alla pesca sostenibile, per porre fine al rigetto delle catture indesiderate, ridurre la sovraccapacità in alcune flotte e migliorare il monitoraggio e la raccolta di dati sulle attività di pesca. Più di un terzo dei fondi è dedicato all’acquacoltura sostenibile e alla trasformazione e commercializzazione. I fondi rimanenti saranno dedicati all’economia blu sostenibile e al rafforzamento della governance internazionale degli oceani.

Il programma sosterrà la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi acquatici in Italia e promuoverà inoltre l’acquacoltura sostenibile e le attività di trasformazione, nonché il rafforzamento dell’acquacoltura e del settore della pesca, compresa la lavorazione dei prodotti ittici“. Lo ha spiegato il commissario Ue competente, Virginijus Sinkevicius.

LA DICHIARAZIONE DI COLDIRETTI

Con i costi per le imbarcazioni che sono praticamente raddoppiati a causa di guerra e caro energia è importante il via libera ai fondi europei per aumentare la competitività e la sostenibilità della pesca nazionale. E’ quanto afferma Coldiretti Impresapesca nel commentare l’adozione da parte della Commissione Ue del Piano per l’Italia del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (Feampa) che destina al settore ittico tricolore quasi un miliardo di euro per i prossimi sei anni (2021-2026). Circa la metà dei fondi andrà alla pesca sostenibile, mentre più di un terzo dei fondi è dedicato all’acquacoltura e alla trasformazione e commercializzazione.

Un annuncio importante per un settore che sta attraversando una difficile crisi a causa dell’esplosione dei costi energetici – denuncia Coldiretti Impresapesca – con il prezzo medio del gasolio per la pesca che è praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno costringendo i pescherecci italiani a navigare in perdita o a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero. Fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante. Non a caso gli arrivi di prodotti ittici dall’estero sono aumentati del 27% in valore nei primi sette mesi del 2022, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat.

Un trend che va a peggiorare ulteriormente una situazione in cui la produzione nazionale di pesce ammonta a circa 180mila tonnellate, mentre le importazioni di pesce fresco e congelato sono di circa 840mila tonnellate l’anno, secondo un’analisi di Coldiretti Impresapesca.

Ma a pesare sono anche – denuncia Coldiretti Impresapesca – le scelte dell’Unione Europea che hanno portato a una riduzione dell’attività di pesca per il segmento più produttivo della flotta peschereccia nazionale come quello dello strascico a poco più di 120 giorni, pari ad un terzo delle giornate annue, portandola di fatto sotto la soglia della sostenibilità economica. Il risultato è che nello spazio di una generazione la flotta italiana si è ridotta di un terzo, scendendo ad appena 12mila unità, con un numero di quasi 30mila addetti.

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