Ue: pescatori delle marinerie di Licata, Porto Empedocle e Sciacca protestano contro regolamento

Manifestazione di protesta stamattina davanti al palazzo della prefettura di Agrigento da parte di alcune centinaia di pescatori delle marinerie di Licata, Porto Empedocle e Sciacca che si oppongono ai contenuti del regolamento dell’Unione europea 982/2019 (entrato in vigore lo scorso 10 luglio). Normativa che impedisce la pesca a strascico in tre aree specifiche del Canale di Sicilia: a est del Banco Avventura, a Ovest del Bacino di Gela e a est del Banco di Malta. Obiettivo: favorire il ripopolamento ittico, in particolare delle specie del gambero rosa e del merluzzo. Da mercoledì scorso pescatori e armatori (i cui pescherecci battevano regolarmente proprio le zone ufficialmente oggi interdette) hanno deciso di incrociare le braccia. Accusano l’Europa di avere adottato questo provvedimento come un fulmine a ciel sereno, anche se, in realtà, risalgono al 2016 le prime specifiche raccomandazioni avanzate dalla Commissione generale della pesca del Mediterraneo. “Noi chiediamo una moratoria, perché in questo modo si rischia di uccidere un intero comparto economico”, ha detto Calogero Bono, responsabile della cooperativa “Madonna del Soccorso”, che rappresenta il 40% della flotta peschereccia di Sciacca. “La tensione tra gli operatori è palpabile, alle istituzioni chiediamo senso di responsabilità”, ha concluso. Anche la stessa marineria di Mazara del Vallo, la prima flotta peschereccia italiana, protesta contro il regolamento. La locale sede di Federcoopesca ha partecipato sabato scorso a Sciacca a un’assemblea di pescatori.

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