UE, si consuma più pesce in casa ma non siamo ancora autosufficienti: i dati EUMOFA

I cittadini europei continuano a consumare più pesce e prodotti ittici a casa. E’ questo quanto emerge dall’analisi “Il mercato ittico dell’UE” di EUMOFA del 2022.

Rispetto al 2020, la spesa delle famiglie per pesce e frutti di mare è aumentata del 7%. L’aumento del consumo tra le mura domestiche sarebbe riconducibile agli effetti duraturi della pandemia. Anche i consumi fuori casa sono lievemente aumentati. La crescita dovrebbe continuare per poi stabilizzarsi nel periodo 2024-2026.

Nel 2021, l’aumento delle importazioni e la diminuzione delle esportazioni di prodotti ittici con paesi terzi hanno causato un disavanzo della bilancia commerciale del 10%, circa 1,80 miliardi di euro in più rispetto al 2020 . Il valore totale delle importazioni è aumentato più dei volumi, per effetto di un aumento dei prezzi. La causa sarebbe riconducibile al deprezzamento dell’euro nei confronti della corona norvegese, che ha reso più costose le importazioni dalla Norvegia, uno dei principali fornitori dell’UE.

Dal 2019 al 2020 EUMOFA stima che le importazioni e la produzione della pesca e dell’acquacoltura sarebbero diminuite e che l’offerta totale di pesce e prodotti ittici ha raggiunto uno dei livelli più bassi registrati nel decennio 2011-2020. Anche gli sbarchi di prodotti della pesca sono diminuiti. Le riduzioni sarebbero dovute agli impatti negativi sulle attività logistiche e produttive della pandemia.

La domanda di prodotti ittici nell’UE, sostiene EUMOFA, è soddisfatta principalmente grazie alle importazioni. L’UE è autosufficiente sono dell’11% nel consumo delle specie più consumate nell’UE. Le 5 specie, tonno, salmone, merluzzo nordico, pollack d’Alaska e gamberi, da soli coprono il 43% dei prodotti ittici più richiesti.

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