Uila pesca: “Protezione sociale va garantita a tutti i lavoratori”
“In materia di sicurezza e protezione sociale non si può fare differenza tra piccola e grande pesca, perché tutti i lavoratori devono avere stessi diritti e tutele sociali e che occorre respingere e contrastare una visione “mediatica” che dipinge la pesca industriale come nemica della piccola pesca e, più in generale, i pescatori come predatori del mare e unici responsabili dell’impoverimento delle risorse e dell’inquinamento marino“. E’ quanto sottolineato dal segretario nazionale Uila Pesca Fabrizio De Pascale che ha partecipato alla Conferenza internazionale Ifish6 in corso alla Fao, nell’ambito della sessione dedicata alla protezione sociale nella piccola pesca.
Sul tema dello “status” giuridico della piccola pesca, la Uila Pesca ha presentato uno studio, realizzato nell’ambito del piano triennale pesca, finanziato dal Masaf. “È universalmente riconosciuto – ha spiegato De Pascale – come non esista una definizione univoca di piccola pesca, in quanto in questa categoria, a seconda delle leggi nazionali e delle convenzioni internazionali considerate, rientrano sia le canoe a remi che le imbarcazioni a motore fino a 24 metri di lunghezza, considerate come piccole barche“.
“Per poter assicurare un adeguato sistema di protezione sociale a tutti i lavoratori del settore – ha concluso De Pascale – occorre partire dai contenuti della Convenzione OIL C 188 sul lavoro nella pesca e da misure innovative che possono essere decise dalle Organizzazioni regionali per la pesca, come la CGPM“.