Un borgo medievale digitale? Sì, viaggio a Cammarata: comune multitasking in cima ai Sicani CLICCA PER IL VIDEO
ARTICOLO DI MARIANNA GRILLO
Lucia de Camerata, fu la prima signora di Cammarata. La governò amabilmente e, sotto la sua guida, il territorio conobbe un grande sviluppo. Anche oggi, questa splendida realtà in provincia di Agrigento, riesce a stare al passo con i tempi mostrando abilità e spirito di iniziativa. E’ un comune multitasking, una qualità (o un luogo comune) spesso riconosciuta alle donne. Chissà se nel successo di Cammarata, abbia giocato un ruolo la prima delle cammaratesi, Lucia.
UN PO’ DI STORIA…
Cammarata è un comune della provincia di Agrigento. Si trova a circa 700 metri sul livello del mare, nella zona più elevata dei monti Sicani, alle pendici nord-orientali del monte Cammarata (1578 metri). Il Castello di Cammarata venne costruito intorno al XIII secolo. L’intera struttura è un patrimonio architettonico da salvare e oggi, nonostante mostri i segni di molti crolli avvenuti in epoche diverse, resta un gioiello ricco di storie da raccontare. La torre, la parte più terribile del castello, è anche quella conservata meglio.
Con Agostino Tuzzolino, Bibliotecario ed Esperto Storia di Cammarata, conosciamo qualche particolare della storia di questo borgo e le opportunità culturali, ricreative e paesaggistiche che offre.
La protagonista assoluta della storia di Cammarata è Lucia di Cammarata. La prima notizia certa che si ha di lei e del territorio di Cammarata, la ritroviamo in un diploma del 1141. Si tratta di una donazione della chiesa di Santa Maria, oggi distrutta, e di cinque casali al vescovo di Cefalù da parte della signora normanna. Il vescovo di Cefalù, ringrazia re Ruggero e cita la sua consanguinea, Lucia di Cammarata e il figlio, possessori del castello, delle terre e destinatari dei profitti. Nel ringraziare il vescovo, Lucia lo fa a nome proprio e del figlio Adamo. La domanda che molti studiosi si sono posti è perché mai non nominasse mai il marito, consuetudine (per non dire obbligo), dell’epoca. A parte questo piccolo giallo, è indubbia l’importanza del diploma che, oltre a datare l’inizio del governo di Lucia, sottolinea la sua consanguineità con re Ruggero. Il Castello di Cammarata, vanta un passato glorioso. Uno storico lo descrive come “molto fortificato, con mura imponenti e difficilissimo da conquistare” trovandosi appunto su una rupe. La torre carceraria, che oggi ospita mostre, eventi culturali e multimediali, anticamente era la parte peggiore. In questo luogo, si lasciavano morire pluriomicidi e traditori politici che mai potevano essere liberati. Visitandola, potete facilmente immaginare quanto avvenisse in quella cella. Da una piccola scala, le guardie calavano pochissimo cibo e pochissima acqua, maltrattando quei prigionieri senza speranza. Una leggenda trucida racconta la presenza di una botola in cui venivano gettati i loro cadaveri.
Oggi, Cammarata è un borgo dove la cultura è molto presente in tutte le sue declinazioni. Ne è un esempio “La settimana della cultura” che si organizza tra fine agosto e inizio settembre. Uno spazio dedicato alla pittura, agli artisti cammaratesi e a quelli provenienti da ogni parte della Sicilia. Piccoli concerti, danzatori e una mostra internazionale, animano il borgo. Non mancano feste di quartiere e patronali, rappresentazioni teatrali , presentazioni di libri, esposizioni artistiche. Da ricordare la presenza del Teatro Comunale di Cammarata, l’Auditorium Giuseppe Lena. Tra le iniziative più belle e attrattive, c’è il Corteo storico, manifestazione riportata in vita dalla Pro Loco che si svolge in autunno. Gruppi in costume rappresentato gli antichi Casati Nobiliari di diversi comuni siciliani. La particolarità del Corteo, è quella di percorrere le strade ed i vicoli del centro storico, passando per il Castello fino ad arrivare nella Chiesa Madre e rievocare il Voto alla Madonna dei Miracoli da parte del Conte di Cammarata per la guarigione della figlia.
Per un turista che ama la natura, Cammarata e la sua Riserva sono il luogo ideale. Percorsi guidati, aree attrezzate, escursioni in mountain bike. Il suo esteso territorio fa parte dei Monti Sicani nei quali ricadono i principali rilievi Montani (Monte Cammarata m.1578, Monte Gemini m.1397, Pizzo della Rondine m.1246, Cozzo Panepinto m.1045, Serra Quisquina m.1159).
Accanto alle bellezze culturali, storiche e paesaggistiche, Cammarata ha una caratteristica che la rende diversa da altre realtà siciliana. A spiegarlo, Rosalia Tatano, Imprenditrice e Maria Angela Russotto, Designer Borse siciliane.
Il tessuto produttivo delle imprese cammaratesi, si basa prevalentemente sulle imprese artigiane fondate sul modello di famiglia e azienda. Questo significa che, in ogni ramo dell’attività, i valori di lealtà, trasparenza e correttezza, siano essenziali e importanti per i dipendenti. Una filosofia di vita e di impresa che probabilmente ha fatto in modo che oggi, l’artigianato e le imprese di Cammarata, mostrino evidenti segnali di ripresa post pandemia. I cammaratesi si sono dimostrati pronti ad affrontare diverse sfide: la lotta ai cambiamenti climatici, la resistenza a tutti i prodotti provenienti dal mercato estero. Troviamo artigiani tecnologici e digitali e, le imprese agricole che prima vendevano i loro prodotti (vino, grano, formaggi) nei mercati biologici o all’interno delle loro botteghe, oggi fanno filiera e promuovono le loro eccellenze, attraverso piattaforme di e-commerce, andando oltre i confini del paese. Le piccole-medie imprese si sentono vicine alla digitalizzazione e muovono i primi passi verso l’industrializzazione 4.0. Per questo, molti imprenditori contribuiscono allo sviluppo del territorio con grande capacità di adattamento, restando a Cammarata e portandone in alto il nome.
Artigianato e impresa ma con stile. A Cammarata da qualche anno si comincia a valorizzare prodotti fatti a mano come le coffe siciliane. Nate come strumento contadino, sono tornate di moda, riadattate al gusto delle donne anche grazie alla rivisitazione di grandi brand internazionali. Un altro progetto interessante, “Le spille da Balia”, mette insieme tre donne che creano eleganti e divertenti creazioni sartoriali, recuperando la tradizione manufatturiera delle nonne. L’obiettivo comune di queste realtà, è quello di puntare sul “fatto a mano”, sul “fatto a misura”. In questo modo un oggetto (borsa, abito, bijoux), assume un valore in più, non è solo bello ma racconta una storia, ha un’identità. Pertanto, si tratta di attività che, oltre a valorizzare le capacità personali degli artigiani, contribuiscono allo sviluppo turistico cammaratese.
Grazie anche alla sua posizione geografica, Cammarata offre molti prodotti di eccellenza come spiega Salvo Paolo Mangiapane, Masterchef.
Dalle buone capacita imprenditoriali e gestionali dei produttori si ottengono prodotti lattiero caseari di eccellenza: yoghurt, ricotta (ottima se calda, appena fatta), pecorino di masso (tipica produzione dei pastori cammaratesi con una stagionatura tra le grotte), formaggi di nicchia, caciocavallo, canestrati sia di vacca che di pecora, olio e olive (varietà biancolilla, nocellara, cerasuola, biancolilla centinara). Importante, la coltivazione del grano compresi i grani antichi (perciasacchi e russulidda) da cui si ottiene un ottimo pane che molti panificatori lavorano con il “criscenti”, il lievito madre. Da sottolineare, la produzione di frutta e di frutta secca come noci e pistacchi. A questo proposito, vi è una zona antica di Cammarata chiamata “fastuchera” nota proprio per la presenza di pistacchio. Per quanto riguarda i dolci, da provare: “pasti bianchi, pizzarruna e sciù”. In generale, i ristoratori cammaratesi propongono ai visitatori, una cucina varia e di livello medio-alto, fatta con prodotti genuini e di eccellenza.
NATALE A CAMMARATA…
“Tra i presepi viventi più famosi e suggestivi della Sicilia – dice Tuzzolino – c’è sicuramente quello di Cammarata. Importante e rinomato, registra ogni anno presenze record e numeri di livello. La sua caratteristica principale è l’ambientazione degli inizi del ‘900. Entrando nelle case di Cammarata, si ha la possibilità di scoprire come si facevano i dolci e il pane di una volta e gustarli insieme ai piatti tipici a base di legumi, cardi, prodotti del territorio. Passeggiando tra i vicoli e le stradine del bosco, incontrerete poi calzolai, fabbri, ricamatrici. Un viaggio alla scoperta dei mestieri e del quotidiano, delle tradizioni e della cultura di un tempo”.