YouTube e Snapchat, la guerra dell’attenzione si combatte sul tempo: Shorts che portano ai video lunghi e abbonamenti per vedere oltre il reale
YouTube e Snapchat, la guerra dell’attenzione si combatte sul tempo: Shorts che portano ai video lunghi e abbonamenti per vedere oltre il reale
di Giuseppe Miccoli
In un mondo in cui la soglia dell’attenzione si misura in secondi, due piattaforme cercano di fare il gioco opposto: allungare il tempo, estenderlo, fidelizzarlo. Da una parte YouTube, che prende i suoi Shorts – quei mini-video nati per replicare il successo di TikTok – e li trasforma in porte d’accesso ai contenuti lunghi, narrativi, densi. Dall’altra Snapchat, che con il suo servizio a pagamento Snapchat+ supera gli 11 milioni di abbonati promettendo esperienze più immersive grazie alla realtà aumentata.
Due strategie, una battaglia comune: l’engagement prolungato, in un contesto dove l’algoritmo non è più solo il motore del feed, ma l’architetto delle nostre abitudini mentali.
YouTube: dalla clip al documentario (e ritorno)
Nel corso dell’estate 2024, YouTube ha iniziato a sperimentare un collegamento diretto tra Shorts e video lunghi. Funziona così: guardi uno Short, lo trovi interessante, e l’algoritmo ti suggerisce il contenuto originale da cui è tratto o un approfondimento correlato. Un invito, quasi invisibile, a rimanere un po’ di più.
Non si tratta solo di aumentare il tempo di permanenza: è una strategia narrativa. È la volontà di riportare dentro la piattaforma un pubblico che non vuole solo intrattenimento veloce, ma anche contenuti più articolati, più pensati. Il rischio – che YouTube conosce bene – è quello di diventare un aggregatore di frammenti, senza più identità propria.
Con questa mossa, invece, si tenta di ricucire il tessuto. Di trasformare l’utente distratto in spettatore. Di spingere il creator a usare i Shorts non come fine, ma come inizio: trailer, teaser, stimoli che aprono a qualcosa di più profondo. È l’evoluzione del content marketing applicato ai creator: prima ti prendo con pochi secondi, poi ti racconto una storia.
Snapchat+: oltre il filtro, la realtà aumentata
Snapchat, invece, ha seguito un percorso diverso. Mentre gli altri social cercano la viralità, Snap punta sulla fedeltà. E i numeri sembrano dargli ragione: Snapchat+ ha raggiunto gli 11 milioni di abbonati, diventando una delle proposte premium più stabili nel panorama social.
Cosa offre in cambio? Funzionalità esclusive di realtà aumentata, accesso anticipato a nuovi strumenti creativi, icone personalizzate, badge distintivi, e soprattutto un rapporto più “vicino” con le novità della piattaforma. È una logica da club, da backstage, da “dietro le quinte” dell’app.
Ma c’è di più: Snapchat+ è anche un esperimento sul valore della personalizzazione. In un’epoca in cui tutto è standardizzato dall’algoritmo, Snap scommette sul senso di unicità, di esperienza su misura, anche se a pagamento. E lo fa con un pubblico molto giovane, sempre più attratto dalla realtà aumentata, non solo come gioco visivo, ma come linguaggio.
Due visioni, una direzione
YouTube prova a ri-educare al lungo, Snapchat punta a potenziare il breve. Eppure, a ben vedere, l’obiettivo è lo stesso: riappropriarsi dell’attenzione dell’utente, non per un click, ma per un legame.
Che sia attraverso un abbonamento o una sequenza di video, le piattaforme cercano di rispondere a un problema comune: il consumo superficiale che non lascia traccia.
In un panorama dove la velocità è tutto, restare più di tre secondi su un contenuto è già una forma di resistenza. E forse anche una forma di scelta.
Siamo ancora capaci di farla?